E’ morta Suzanne Rotolo, la musa di Bob Dylan che lo accompagna sottobraccio nel Greenwich Village

Pubblicato il 28 Febbraio 2011 - 13:45 OLTRE 6 MESI FA

La copertina di "Freewheelin' Bob Dylan" (Columbia Records) in cui compare Suzanne Rotolo

NEW YORK – Suzanne Rotolo, la donna che mezzo secolo fa fece girare la testa a Bob Dylan è morta a New York dopo una lunga malattia. La Rotolo, era la ragazza che compare sottobraccio nel cuore del Greenwich Village nella copertina di “Freewhelin’ Bob Dylan”, il secondo album dell’artista.

Dylan di lei raccontò: “Era la cosa più erotica che avessi mai visto. Incontrarla fu come saltare nei racconti delle Mille e una notte. Cominciammo a parlare e la mia testa cominciò a girare”.

Suze era tre anni più giovane di Robert Zimmerman, il vero nome di Dylan: i due si incontrarono in un bar italiano tra Mercer e West Fourth Streets e lei aveva appena diciassette anni. L’incontro cambiò la storia della musica: fu quella ragazzina, figlia di due immigrati di seconda generazione già integrati nella controcultura newyorchese, a introdurre Bob da poco arrivato a New York negli ambienti più radicali e politicizzati della metropoli. Lei, la piccola attivista “italiana” svezzò il provinciale venuto da Duluth, Minnessota, parlandogli di Picasso e Cezanne, cantandogli le poesie maledette di Rimbaud.

“A Memoir in Greenwich Village in the Sixties” è il titolo del libro-confessione che Suze pubblicò tre anni fa e che racconta, dopo decenni di attesa, alcuni retroscena tra i due. “L’alleanza tra me e Suze”, ricorda Bob, “finì per non essere esattamente una passeggiata nel bosco. Lei prese una strada e io un’altra”.

La strada del cantante simbolo del folk del Greenwich dopo la bella e testarda italiana, si incrocia con Joan Baez. La Rotolo invece segue la madre in Italia.

Intorno al ’65 poi, la Rotolo si imbarcò per Cuba per difendere fino all’ultimo il regime di Fidel Castro. Dopo quell’esperienza sposò un italiano e continuò a vivere nel suo Village lavorando come insegnante e illustratrice. Oltre che nel suo libro confessione, Suzanne parlò di Bob a Martin Scorsese, nel documentario “No Directions Home” .