Nuova Zelanda: esplosione in miniera, 29 dispersi

Pubblicato il 19 Novembre 2010 - 23:58| Aggiornato il 20 Novembre 2010 OLTRE 6 MESI FA

E’ lotta contro il tempo in una miniera di carbone in Nuova Zelanda: 29 minatori sono dispersi dopo una esplosione lungo una galleria lunga due chilometri a circa 120 metri sotto la superficie. Per ora, non sono riusciti a mettersi in contatto con l’esterno.

L’esplosione, probabilmente causata da una fuga di metano, si è verificata alle 16.30 locali di ieri, le 4.30 del mattino in Italia, nella miniera di Pike River, sulla costa orientale dell’isola del sud, a 50 km dalla cittadina di Greymouth. Poco prima dell’esplosione si era verificato un blackout di corrente. Nella fauci della miniera sono rimasti intrappolati 29 minatori, 16 dipendenti dell’azienda e 13 contractor, in gran parte neozelandesi ma anche australiani e britannici.

Il più giovane ha 17 anni, il più anziano 62. Il timore di una nuova esplosione, o di un possibile crollo, ha rallentato la macchina dei soccorsi. ”E’ stata una lunga notte, senza grandi progressi”, ha ammesso un portavoce della polizia, Barbara Dunn, in una conferenza stampa alle 07.35 locali di sabato (le 19.35 in Italia di venerdì): ”La situazione è volatile, c’è sempre la possibilità di una seconda esplosione, per questo non possiamo mandare giù nessuno finché non avremo la certezza che è la situazione è sicura”. ”Speriamo di conoscere alle 14 locali (le 2 del mattino in Italia) lo stato di ventilazione della miniera per dare avvio all’operazione di soccorso”, ha detto l’ad della miniera Peter Whittall, confermando che nella galleria viene pompata aria.

Le famiglie dei minatori si sono radunate davanti alla miniera, molti hanno partecipato a una preghiera collettiva nella chiesa cattolica di San Patrizio, a Greymouth, altri in quella anglicana della Santissima Trinità. La miniera di Pike River produce carbone di alto grado per la produzione di acciaio, specie per il mercato indiano, ed e’ situata sul versante opposto della catena di Paparoa, rispetto alla miniera di Strongman State, dove 19 minatori sono morti in un’esplosione nel 1968, l’episodio più  grave nella storia mineraria recente del Paese.