Pakistan, bimbi sopravvissuti a strage: “Presi in classe, sparavano in testa”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Dicembre 2014 - 09:24 OLTRE 6 MESI FA
Pakistan, bimbi sopravvissuti a strage: "Presi in classe, sparavano in testa"

(Foto LaPresse)

PESHAWAR – Hanno stanato i bimbi nelle classi. Li hanno cercati, usati come scudi umani e poi giustiziati senza pietà, sparandogli alla testa. I bimbi sopravvissuti alla strage nella scuola militare di Peshawar raccontano la brutalità dell’attacco dei talebani, che il 16 dicembre hanno ucciso a sangue freddo 145 persone, di cui oltre 130 studenti.

Lorenzo Cremonesi sul Corriere della Sera riporta i racconti dei piccoli, ricoverati in ospedale dopo lo shock dell’attentato:

“«Hanno sparato ripetutamente contro chi era già caduto a terra. Ci cercavano nelle classi, miravano nel mucchio», dicono a parenti, giornalisti e soldati accalcati nello «Lady Reading», il più importante ospedale del circondario. Un vero massacro, studiato e pianificato a tavolino. Mirato a uccidere, trucidare il più alto numero possibile di bambini, vittime che per definizione non sanno difendersi”.

Una vendetta a sangue freddo, come proclamato Muhammar Umar Khorasan, portavoce dei Tehereek-e-Taliban, per gli attacchi subiti. Una vendetta proprio contro i bimbi che non potevano difendersi, per lo più figli di militari ma anche di civili:

“Secondo i testimoni, l’attacco è cominciato verso le 10 della mattina (ora locale), quando le lezioni erano già cominciate, e si è protratto «quasi otto ore». Un gruppo di uomini armati (pare fossero un numero compreso tra sei e nove), e vestiti con le uniformi del «Frontier Corp» (l’unità che dai tempi dell’Impero britannico in India ha il compito di vegliare sull’ordine pubblico nelle Zone Tribali), ha fatto irruzione nella scuola locale gestita dai militari.

Si tratta di una delle istituzioni educative più prestigiose del Paese. Le uniformi dei suoi oltre mille allievi ricordano quelle dei tradizionali collegi inglesi: camicia chiara e cravatta con giacchetta o maglione verde per i bambini; vestiti lunghi azzurrini per le bambine, anch’esse in maglia verde”.

Le scuole poi sono frequentate sia dai figli dei soldati che dai civili:

«In un primo tempo abbiamo pensato si trattasse di un gioco tra studenti, o di un avvenimento sportivo», raccontano i vicini ai media pachistani. Ma l’illusione è durata poco. In una manciata di secondi sono iniziate le esplosioni. Un testimone ha raccontato alla tv Nbc di un insegnante arso vivo davanti agli alunni. I soldati della caserma prospiciente sono caduti nel caos. Fracasso, fumo, urla e le sirene delle prime ambulanze hanno frenato le loro operazioni, si sono trovati a non sapere con precisione chi fossero gli aggressori”.

 
(Foto Reuters/Lapresse).