Papa Ratzinger: “Israeliani e palestinesi riprendano processo di pace”

Pubblicato il 8 Aprile 2012 - 12:45 OLTRE 6 MESI FA

CITTA’ DEL VATICANO – “La speranza, in questo mondo, non può non fare i conti con la durezza del male. Non è soltanto il muro della morte a ostacolarla, ma più ancora sono le punte acuminate dell’invidia e dell’orgoglio, della menzogna e della violenza”. Dalla loggia centrale della Basilica di San Pietro, dopo la messa nella piazza colma di fedeli, Benedetto XVI pronuncia il solenne messaggio di Pasqua prima degli auguri in 65 lingue e della benedizione “Urbi et Orbi”. Dalla Nigeria alla Siria al Medio Oriente, il pontefice invoca la fine delle violenze, guerre e terrorismo e spargimento di sangue.

Per i fedeli è il giorno più importante, il Papa richiama l’incontro della Maddalena con Gesù risorto, “ho visto il Signore!”, la speranza e la gioia dopo il dolore: “Dev’essere stato insopportabile vedere la Bontà in persona sottoposta alla cattiveria umana, la Verità derisa dalla menzogna, la Misericordia ingiuriata dalla vendetta”. E spiega: “Il Risorto non appartiene al passato, ma è presente oggi, vivo. Cristo è speranza e conforto in modo particolare per le comunità cristiane che maggiormente sono provate a causa della fede da discriminazioni e persecuzioni. Ed è presente come forza di speranza mediante la sua Chiesa, vicino ad ogni situazione umana di sofferenza e di ingiustizia”.

L’elenco dei dolori, nel tempo presente, è lungo. “Cristo Risorto doni speranza al Medio Oriente, affinché tutte le componenti etniche, culturali e religiose di quella Regione collaborino per il bene comune ed il rispetto dei diritti umani”, esordisce Benedetto XVI. “In Siria, in particolare, cessi lo spargimento di sangue e si intraprenda senza indugio la via del rispetto, del dialogo e della riconciliazione, come è auspicato pure dalla comunità internazionale. I numerosi profughi, provenienti da quel Paese e bisognosi di assistenza umanitaria, trovino l’accoglienza e la solidarietà che possano alleviare le loro penose sofferenze”.

E ancora: “La vittoria pasquale incoraggi il popolo iracheno a non risparmiare alcuno sforzo per avanzare nel cammino della stabilità e dello sviluppo. In Terra Santa, Israeliani e Palestinesi riprendano con coraggio il processo di pace”. Il Papa guarda poi all’Africa: “Il Signore, vittorioso sul male e sulla morte, sostenga le comunità cristiane del Continente africano, dia loro speranza per affrontare le difficoltà, le renda operatrici di pace e artefici dello sviluppo delle società a cui appartengono. Gesù Risorto conforti le popolazioni sofferenti del Corno d’Africa e ne favorisca la riconciliazione; aiuti la Regione dei Grandi Laghi, il Sudan ed il Sud Sudan, donando ai rispettivi abitanti la forza del perdono”.