Pechino, lo stadio delle Olimpiadi diventa un parco invernale

Pubblicato il 16 Dicembre 2009 - 17:32 OLTRE 6 MESI FA

Lo stadio Olimpico di Pechino

Il nuovo stadio Olimpico di Pechino, cronicamente sottoutilizzato dopo la fine delle Olimpiadi dell’anno scorso, diventerà in occasione delle feste natalizie una sorte di “parco a tema invernale”.

Un portavoce della società di gestione ha spiegato che lo stadio, conosciuto come il Nido d’Uccello per la sua originale struttura, sarà addobbato con piccole piste da sci, mentre sugli spettatori cadrà senza sosta la neve artificiale. «Speriamo – ha aggiunto – di poter fornire per Natale uno spettacolo invernale divertente ed interessante». Simbolo delle storiche Olimpiadi dell’anno scorso, il Nido d’Uccello è diventato una delle mete obbligatorie per i turisti che visitano la capitale della Cina, al pari della Città Proibita e della Grande Muraglia.

Costato 450 milioni di dollari, lo stadio avrebbe bisogno di incassare 30 milioni all’anno per la manutenzione. Nei 20 mesi trascorsi dalle Olimpiadi il Nido ha ospitato solo due grandi eventi (entrambi legati all’Italia): la partita di calcio nella quale la Lazio ha sconfitto l’Inter (2-1) conquistando la Supercoppa e la Turandot con la regia del maestro cinese Zhang Yimou. I gestori hanno lanciato l’idea di trasformarlo in un centro commerciale, ma la proposta ha incontrato forti critiche dal pubblico e dai commentatori, che lo considerano un patrimonio “storico” del Paese.

Le partite della Superleague di calcio cinese richiamano in genere non più di 10-15 mila spettatori, troppo pochi per uno stadio come il Nido, che ha 91 mila posti. Cricket, baseball e football americano sono giocati solo a livello dilettantesco; da qui l’idea di riciclarlo per qualche giorno in occasione del Natale, una festività che non esiste nelle religioni più diffuse in Cina come il buddhismo e il taoismo ma che da qualche anno è un’occasione di sconti stagionali nei grandi magazzini ed in speciali cene e spettacoli nei ristoranti e nei nightclub.