Siria, attacco a sorpresa nella notte di Trump con Londra e Parigi. Ira di Russia e Iran

di redazione Blitz
Pubblicato il 14 Aprile 2018 - 08:26 OLTRE 6 MESI FA
Siria, attacco a sorpresa nella notte di Trump con Londra e Parigi

Siria, attacco a sorpresa nella notte di Trump con Londra e Parigi

DAMASCO – Attacco lampo nella notte di Donald Trump contro la Siria.

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Erano le 3 di notte in Italia (le 22 ora di Washington), quando il presidente Usa ha annunciato di aver ordinato la rappresaglia contro il regime di Damasco, in stretto coordinamento con Gran Bretagna e Francia. Lo ha fatto in diretta tv in un drammatico discorso alla nazione, in cui ha insistito sulla necessità di agire contro i crimini e la barbarie perpetrati da Bashar al Assad, definito “un mostro” che massacra il proprio popolo.

Contemporaneamente anche Theresa May ha annunciato di avere dato ordine alle forze britanniche “di condurre attacchi coordinati e mirati per ridurre il potenziale dell’armamento chimico del regime siriano e dissuaderne l’uso”.

La premier britannica ha fatto riferimento, per giustificare i raid, al presunto attacco chimico su Duma, in Siria, indicando un bilancio di “75 morti, inclusi bambini, in circostanze di puro orrore”. Ha poi accusato “il regime siriano” di avere precedenti nell’uso di “armi chimiche contro il proprio popolo nel più crudele e abominevole dei modi” ed ha parlato di “un significativo dossier di informazioni, incluso d’intelligence, che puntano il dito” su Damasco anche per “quest’ultimo attacco”.

Si tratta di un comportamento che “deve essere fermato”, ha proseguito May, sostenendo di aver “tentato ogni canale diplomatico”, ma che tutti gli sforzi in questo senso sono stati mandati a monte” e denuncia in particolare “il veto dei Russi a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sulla costituzione di un’investigazione indipendente sull’attacco di Douma”. Detto questo, ha asserito che non resta alcuna “alternativa praticabile all’uso della forza” contro “le armi chimiche del regime siriano”.

Come raccontano alcuni testimoni, i primi missili Tomahawk cadevano su Damasco e Homs proprio mentre il presidente americano stava ancora parlando alla nazione. Per ora si è trattato di una one night operation, un’operazione unica durata poco più di un’ora, nel corso della quale sono stati colpiti principalmente tre obiettivi, come ha spiegato il Pentagono: un centro di ricerca scientifica a Damasco, un sito di stoccaggio per armi chimiche a ovest della città di Homs e un importante posto di comando situato nei pressi del secondo obiettivo.

I missili sono partiti sia da alcuni bombardieri sia da almeno una delle navi militari americane posizionate nelle acque del Mar Rosso. “Questo è un chiaro messaggio per Assad”, ha spiegato il segretario americano alla Difesa, l’ex generale James Mattis, assicurando come al momento non si registrino perdite tra le forze Usa e come sia stato compiuto ogni sforzo per evitare vittime civili. Del resto, ha sottolineato ancora il numero uno del Pentagono, si è trattato di un attacco mirato che ha avuto come obiettivo solo siti legati alla produzioni o allo stoccaggio di armi chimiche.

Negli Usa però è scoppiata la polemica per le modalità dell’attacco, che non hanno previsto il coinvolgimento del Congresso, al quale l’amministrazione non ha chiesto il via libera. Anche alcuni deputati repubblicani si sono uniti al coro dei democratici guidati dalla leader della minoranza alla Camera Nancy Pelosi nel criticare il presidente che avrebbe violato la Costituzione.

Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg in una nota ha affermato che l’Alleanza sostiene l’attacco di Usa, Gran Bretagna e Francia. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha lanciato da parte sua un appello “alla moderazione e alla responsabilità” definendo la situazione venutasi a creare con l’attacco in Siria “molto pericolosa”.

Il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è stato costantemente informato questa notte sulla situazione, mantenendosi in contatto con i ministri Esteri e Difesa e con i vertici militari. Sabato mattina ha poi precisato che l’Italia non ha preso parte agli attacchi e nessun missile è partito da basi italiane.

Durissima è stata invece la reazione del presidente russo, Vladimir Putin, che ha definito l’attacco occidentale contro la Siria “un atto di aggressione” contro un Paese che sta combattendo il terrorismo sul suo territorio.

L’attacco occidentale, senza un mandato del Consiglio di sicurezza dell’Onu, è una violazione del diritto internazionale, ha aggiunto Putin che ha poi annunciato di voler chiedere una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu per discutere i raid della coalizione occidentale.