Toyota: il tradimento dei principi-guida

Pubblicato il 2 Febbraio 2010 - 14:11 OLTRE 6 MESI FA

Uno stabilimento della Toyota

Sono le 6 e 35 del pomeriggio quando la chiamata raggiunge la centralina del 911 di Detroit. Una macchina ha perso il controllo sulla statale 125. A chiamare non è un automobilista che si è visto sfrecciare accanto il veicolo a folle velocità. E’ il guidatore stesso. La voce è terrorizzata. « Siamo su una Lexus… stiamo andando a nord a 125 miglia all’ora e l’acceleratore si è incastrato… siamo nei guai… non ci sono freni… ci stiamo avvicinando all’incrocio… aspetta… aspetta e prega… prega… ».

La chiamata termina con il rumore di uno schianto. La Lexus ES 350 Sedan prodotta da Toyota si è scontrata con un’utilitaria, è uscita fuori strada, si è capovolta, ha preso fuoco. I quattro passeggeri muoiono nell’incidente.

E’ stata la tragedia di Detroit, e la successiva pubblicazione della drammatica conversazione tra il guidatore e il centralino del 911, a spingere Toyota verso un’indagine interna sugli acceleratori difettosi. Eppure Il governo americano aveva cominciato le prime inchieste già nel 2002, eppure Toyota aveva ricevuto più di duemila reclami per accelerazioni non volute. Nonostante questo, la casa automobilistica ha aspettato la settimana scorsa prima di affrontare veramente il problema.

A spingere alla decisione, ci sarà voluta anche la decisione del Nhtsa, l’agenzia americana che si occupa della sicurezza sulle autostrada e che ha anche giurisdizione sull’affidabilità dei veicoli. Questa ha imposto a Toyota la cessazione della produzione e della vendita di otto modelli, tra cui la popolare Camry Sedan.

Dalla tragedia si staglia la colpevole inerzia di Toyota. Praticamente ad ogni momento della crisi, la casa automobilistica ha mostrato di sottostimare la serietà del problema relativo all’accelerazione non voluta. Fino all’autunno, dal quartier generale giapponese si è ripetuto che non esisteva nessun difetto. La causa degli incidenti era, si diceva, dovuta ai tappetini allentati. Per sostenere questo, Toyota è arrivata al punto di citare un parere, inesistente, del Nhtsa.

Gli effetti della gestione del difetto si stanno facendo sentire. Le vendite negli Stati Uniti scenderanno dell’11 per cento e si prevede che il mercato annuale raggiungerà il suo punto più basso dal 2006.

La conduzione dell’affare sono per Toyota un tradimento dei principi che hanno guidato la sua politica industriale. Tra le tradizioni della casa automobilistica esiste quella del cordone. Si tratta di una corda che l’operaio attacca alla macchina quando vi trova un difetto, facendo così bloccare immediatamente l’intera catena prima che il problema assuma proporzioni più grandi. Questa volta la dirigenza di Toyota si è rifiutata di mettere la corda, con le conseguenze che sappiamo.