Vaticano, un anonimo a Repubblica: “Le menti sono tutti cardinali”

Pubblicato il 28 Maggio 2012 - 08:37 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – ''Chi lo fa agisce in favore del Papa, perché lo scopo dei corvi (gli autori della fuoriuscita di documenti segreti dalla Santa Sede) è quello di far emergere il marcio che c'è dentro la Chiesa in questi ultimi anni''. Lo dice, in un'intervista a Repubblica, uno degli uomini coinvolti nel caso di passaggio di documenti riservati del Vaticano, che spiega come ''le vere menti'' del Vatileaks ''sono porporati. Poi ci sono monsignori, segretari e pesci piccoli'' come il maggiordomo del Pontefice, secondo lui solo un postino che qualcuno ha voluto incastrare.

Tra i corvi, ''ci sono quelli che si oppongono al segretario di Stato Tarcisio Bertone. Quelli che pensano che Benedetto XVI sia troppo debole per guidare la Chiesa. Quelli che ritengono che sia il momento giusto per farsi avanti. Alla fine – dichiara l'uomo, che chiede di restare anonimo – è diventato un tutti contro tutti''.

E riferisce che ''c'è una fazione che ha messo nel mirino perfino padre Georg''. La fuga dei documenti, che ''escono a mano perché i cardinali sono abituati a scrivere i loro messaggi a penna e a dettarli'', ''nasce soprattutto dal timore che il potere accumulato da Bertone possa non essere conciliabile con altre persone in Vaticano'', racconta l'anonimo a Repubblica.

Ma accanto a questo ''c'è una pista dei soldi. Nel 2009-2010 alcuni cardinali hanno cominciato a percepire una perdita di controllo centrale: un po' dai tentativi di limitare la libertà delle indagini che monsignor Carlo Maria Viganò stava svolgendo contro episodi di corruzione, un po' per il progressivo distacco del Pontefice dalle questioni interne''.

''Viganò scrive al Papa denunciando episodi di corruzione. Chiede aiuto, ma il Papa non può far nulla, non può opporsi perché questo significherebbe creare una frattura pubblica con il suo braccio destro", prosegue il racconto dell'uomo.

''Pur di tenere unita la Chiesa sacrifica Viganò. Così i cardinali capiscono che il Papa è debole e vanno a cercare protezione da Bertone''.

A questo punto Benedetto XVI ''capisce che deve proteggersi e convoca cinque persone di sua fiducia, gli agenti segreti del Pontefice'', il cui ruolo è quello di ''informare il Papa su chi erano gli amici e i nemici''.

In merito all'ex presidente dello Ior, ''il Papa è molto amico di Ettore Gotti Tedeschi. Quando ha saputo che era stato licenziato si è messo a piangere'', afferma il corvo.

''Poi però si è arrabbiato e ha reagito: la verità verrà a galla, ha detto''.