Abi: “No copertura per tutti gli esodati nelle banche, riforma non migliora il lavoro”

Pubblicato il 19 Giugno 2012 - 10:18 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Sono complessivamente 20mila i cosiddetti esodati nel settore delle banche, numero coperto in minima parte dai 17.210 salvaguardati previsti dal decreto del 2 giugno per i settori dotati di fondi di solidarieta' (con il credito anche altri settore, come Poste, Ferrovie, Monopoli). Lo ha evidenziato l'Abi, in audizione alla Camera sulla riforma del lavoro.

''Per quanto di interesse per le banche – si legge nel documento presentato dall'associazione bancaria -ßalla luce di verifiche effettuate informalmente presso l'Inps, risultano circa 13.000 i titolari di assegno straordinario del credito al 4 dicembre 2011 e circa 7.000 i potenziali percettori di assegno da data successiva (sulla base degli accordi collettivi intervenuti prima): è evidente come la 'salvaguardia dei 17.710' non sia quindi sufficiente a garantire l'intero fabbisogno di settore''.

La riforma del mercato del Lavoro ''non sembra contenere tutti quegli elementi necessari ad una effettivo miglioramento del quadro regolamentare''. E' la posizione dell'Abi, ribadita in audizione alla Camera presso la Commissione Lavoro dal Direttore generale Giovanni Sabatini.

Il testo della riforma, per l'associazione bancaria, non ''sufficientemente bilanciato sui due versanti'', entrata e uscita dal mondo del lavoro, perche' ''ad una significativa limitazione delle tipologie contrattuali più flessibili non fa riscontro un assetto altrettanto flessibile ed adeguato delle regole in uscita''.

Per l'Abi ''molte delle misure previste, infatti, si tradurrebbero in un aggravio di costi per le imprese, senza le auspicate facilitazioni sul piano delle politiche attive del lavoro e della flessibilità di utilizzo del personale. Sembra prevalere nell'impianto normativo un'impostazione "prescrittiva" che, inasprendo regole e controlli, rivela la diffidenza verso la capacità delle imprese di "autogestirsi" responsabilmente''.

L'Abi auspica che alla Camera possa esserci ''una valutazione che tenga conto dell'assoluta necessità di non perdere un' occasione storica per contribuire, con regole del mercato del lavoro efficaci e moderne, ad uscire dalla grave situazione di crisi economica ed occupazionale del nostro Paese''.