Banche rimborsi automatici a chi ci ha rimesso: non contro Ue ma contro legge

di Lucio Fero
Pubblicato il 5 Aprile 2019 - 09:40 OLTRE 6 MESI FA
Banche, i rimborsi automatici a chi ci ha rimesso: non contro Ue ma contro legge

Banche rimborsi automatici a chi ci ha rimesso: non contro Ue ma contro legge (foto d’archivio Ansa)

ROMA – Banche rimborsi automatici a chi ci ha rimesso, rimborsi automatici ai risparmiatori truffati dalla banche…che problema c’è? I soldi ci sono, ce li ha messi il governo. Perché non scattano quei rimborsi, che dannato problema c’è? Tutti i notiziari, a partire dalle agenzie di stampa per finire ai Tg, raccontano che il problema è la Ue, la dannata, impicciona, petulante Bruxelles con le sue regole del cavolo.

E invece no, proprio no: il rimborso automatico non è contro la Ue, è proprio contro la legge, contro la legge anche dello Stato italiano. Il problema c’è ed è proprio quell’aggettivo “automatico”. E anche quell’altra qualifica, quell’altra condizione, quell’altro aggettivo: “truffato”.

Per legge, europea e italiana, se una banca fallisce e lo Stato decide di rimborsare tutti gli azionisti e investitori di e in quella banca questo è aiuto di Stato, soldi pubblici a sostenere un’azienda, violazione di un sacco di cose, tra cui la concorrenza e la parità tra istituiti di credito e anche la parità tra i loro clienti e correntisti (se lo Stato sostiene anche con i miei soldi la banca x, perché non lo fa con la banca y dove ho il mio conto corrente?). Quindi legge italiana ed europea dicono: no, non si può fare.

Per legge, europea e italiana, se il governo con soldi pubblici istituisce un fondo per risarcire cittadini truffati nel corso di un investimento finanziario, allora nulla si oppone e lo può certamente fare. Ad una ovvia condizione: che i risarcimenti non siano automatici, o meglio siano legati alla verifica che truffa c’è stata. Ci vuole quindi qualcuno che verifichi se c’è stata truffa o raggiro.

Ma Di Maio e Salvini hanno promesso in campagna elettorale “niente arbitri”, niente filtro, niente verifiche. Chiunque ha subito danno deve essere risarcito del danno. Senza che nessuno verifichi se il danno viene appunto dall’essere stato truffato o viene dall’aver fatto liberamente un investimento che non ha reso. Di Maio ha detto e continua a dire che le modalità del rimborso le devono scrivere i comitati di quelli che chiedono il rimborso e non c’è altra autorità in materia.

Richiesta dunque esplicita di fare oltre e contro la legge, italiana quanto europea. Che sia così e non altrimenti lo dimostra quanto hanno discusso in Consiglio dei ministri: uno scudo legale per tenere al riparo dalle conseguenze legali i funzionari che erogassero risarcimenti automatici.

La Lega ha provato a cercare una via di mezzo: rimborsi quasi automatici fino a un certo livello di danno economico subito, oltre verifica. La molto accomodante Ue ci starebbe pure. Ma non ci sta Di Maio che chiama (alla lotta?) i comitati.

Lotta non contro le banche, non contro la Ue, lotta contro una legge anche italiana che impedisce risarcimenti automatici con soldi pubblici anche a garanzia dei cittadini altri che non siano quelli direttamente interessati. Il rimborso automatico è contro la legge, non solo contro la regola Ue. E anche contro giustizia. Non quella dei Tribunali. Contro giustizia sostanziale: se sei stato truffato è giusto la collettività ti aiuti. Ma è giusto e sano che la collettività abbia e uso un qualche strumento per verificare se sei stato truffato. Altrimenti che si fa, si rimborsa su auto dichiarazione?