Bnl-Unipol, Consorte accusa: “Sacrificato da D’Alema e Veltroni”

Pubblicato il 30 Gennaio 2010 - 10:32 OLTRE 6 MESI FA

«Veltroni, Fassino, D’Alema: mi hanno abbandonato. Sacrificato sull’altare del primato della politica. C’era da far nascere il Pd, e a marzo 2006 c’erano le elezioni».

Intervistato dal Corriere della Sera, l’ex amministratore delegato di Unipol Giovanni Consorte ripercorre alcune tappe della scalata a Bnl, per il quale è imputato per aggiotaggio, insieme all’ex governatore della Banca d’Italia Fazio e altre 19 persone.

Lunedì, a Milano, inizia il processo penale e Consorte chiede di «ristabilire», oltre quella giudiziaria, anche «la verità storica e politica» della vicenda. Per l’ex numero uno di Unipol, «la mancanza di una linea e di una azione politica precisa del Pd – anche se allora non era ancora nato – ha origine da quella vicenda», dalla «guerra contro la scalata Bnl» dell’estate 2005. «Dopo il lancio dell’Opa su Bnl – spiega – si scatenò la reazione delle forze economiche e politiche: la componente cattolica del futuro Pd temeva un eccessivo potere degli ex Ds».

Consorte punta però il dito contro quella «parte dei Ds» che lo «mollò ragionando sulla base dei rapporti di forza presenti nel partito e su quelli che si sarebbero determinanti con la costituzione del Pd». Con Unipol-Bnl sarebbe nato il terzo gruppo bancario italiano, aggiunge, «ma questo avrebbe spostato l’asse del potere su Bologna e sull’Emilia. Rutelli, Parisi, Amato, Bertinotti e molti altri – prosegue – temevano che Unipol-Bnl avrebbe reso più forte Fassino e D’Alema. Quei due – aggiunge – non sapevano nulla dell’operazione, facevano il tifo.

Ma quando esplose il sisma non ho avuto una chiamata. Adesso ho chiesto che vengano in aula a motivare il loro comportamento successivo al lancio dell’Opa».