Crisi, dopo la Grecia ora è il Portogallo a rischiare

Pubblicato il 28 Aprile 2010 - 19:02 OLTRE 6 MESI FA

Il premier portoghese Josè Socrates

Minacciata dal “contagio greco” e da una probabile ondata di attacchi speculativi, Lisbona si prepara a combattere con denti e unghie: prima mossa oggi, dopo l’abbassamento di due punti da A+ a A- del voto dell’agenzia di rating Standard & Poors sul debito portoghese, è stato l’annuncio di un patto fra governo socialista e opposizione conservatrice contro “un attacco speculativo ingiustificato”.

Il premier José Socrates e il nuovo capo del Psd Pedro Passos Coelho, si sono presentati insieme davanti ai giornalisti, mentre dalla borsa di Lisbona arrivavano le notizie surreali dell’altalena dei valori di oggi (da -6 in apertura, a un rimbalzo in positivo a metà giornata, poi a una chiusura a -1,89%). I due leader hanno annunciato che avrebbero “lavorato insieme” contro “l’attacco speculativo ingiustificato contro l’euro e contro il debito sovrano portoghese”. L’appoggio di Passos Coelho, che garantirà una maggioranza parlamentare alle misure proposte dal governo minoritario socialista, permetterà, ha precisato Socrates, di anticipare al 2010 misure di austerità previste per gli anni successivi dal piano di stabilità inviato a Bruxelles, in particolare i tagli alla spesa sociale.

“Tutti gli agenti internazionali devono sapere che il paese ha l’intenzione di rispettare i suoi obiettivi” ha insistito Socrates. Il piano di austerità presentato dal governo prevede misure drastiche di contenimento della spesa pubblici, il congelamento di stipendi e turnover dei funzionari, tagli agli investimenti dello stato e alla spesa sociale, un aumento delle tasse sui redditi più alti, un piano di privatizzazioni. L’obiettivo è rientrare dall’attuale deficit del 9,4% del Pil all’8,3% già nel 2010, fino a sotto il 3% per il 2013, fermando soprattutto con le privatizzazioni la crescita del debito pubblico, previsto all’86% nel 2010 (142 miliardi di euro).

Il Portogallo ha dalla sua la serietà, riconosciuta da Bruxelles, delle misure di austerità decise da Socrates, e il fatto che lo stesso premier durante il suo primo mandato abbia già risanato le finanze pubbliche, riportando il deficit (poi di nuovo esploso con la recessione) sotto il 3% nel 2006. Lisbona rischia però di finire stritolata dalla pressione degli speculatori, che dopo il successo riportato in Grecia potrebbero usare il paese lusitano – più fragile per dimensioni e problematiche – prima di un possibile assalto alla Spagna, un boccone più impegnativo.