Def, il governo si dà la pagella: brutti voti in Debito, Pil, Deficit (e Iva)

di Lucio Fero
Pubblicato il 10 Aprile 2019 - 12:36 OLTRE 6 MESI FA
Def 2019, il governo si dà la pagella: brutti voti in Debito, Pil, Deficit (e Iva)

Def, il governo si dà la pagella: brutti voti in Debito, Pil, Deficit (e Iva) (foto Ansa)

ROMA – Def è un atto (un documento programmatico relativo all’economia e alla finanza del paese) del governo. Lo redige e lo approva il governo. Non è scritto dalla sempre perfida e arcigna Commissione Europea. Non è inquinato dalla propaganda invidiosa e anti patriottica delle opposizioni. Non è manipolato dalla stampa di regime (a parte che il regime sarebbe cambiato) e dei Poteri Forti. Def il governo se lo fa da solo, se lo firma, se lo approva. Def ha un solo vincolo, quello con la realtà.

E il Def appena approvato dal Consiglio dei Ministri (mezz’ora un tutto di riunione, non c’era molto da discutere, i fatti parlavano chiaro) è una pagella che il governo assegna a se stesso. Una pagella dopo circa dieci mesi di governo, il tempo guarda caso di un anno scolastico. Una pagella con brutti voti nelle materie fondamentali: Debito, Pil, Deficit. E anche Iva.

DEBITO PUBBLICO. Scrive il governo nella pagella che si auto assegna che il debito pubblico salirà al 132,8 per cento del Pil. Salirà, crescerà il debito pubblico e il governo Conte, Salvini, Di Maio aveva giurato che lo avrebbe fatto calare, alla peggio restare dov’era. Come si sta col debito pubblico sempre più alto? E’ una specie di voto in condotta, se troppo brutto e sempre peggio, finisce che prima o poi ti bocciano. Comunque il governo scrive di se stesso in Def nella materia Debito pubblico, cioè soldi che gli italiani devono a chi glieli presta, questo voto: Insufficiente. Lo scrive il governo, basta leggere. Anzi più che insufficiente, perché a 132,8 di debito pubblico si sale se governo davvero riesce a vendere 17 mld di patrimonio pubblico nel 2019. Diciassette mld, cioè un punto di Pil. Se le dismissioni non si fanno, si va a 133 per cento di debito e si passa da insufficiente a pessimo in pagella.

PIL, altrimenti detto Prodotto interno lordo, cioè la somma, il calcolo delle varie forme di ricchezza materialmente prodotte nel paese. Era dicembre 2018 e il governo aveva scritto in legge di Bilancio: Pil 2019 più 1,5 per cento. Ieri nel Def lo stesso governo ha scritto: Pil 2019 più 0,2 per cento. Una diminuzione del 90 per cento in quattro mesi. E’ la constatazione, aperta e ufficiale, da parte del governo che quota 100 (più gente in pensione più presto di prima) e reddito cittadinanza non aumentano la ricchezza prodotta. Magari distribuiscono in maniera diversa la ricchezza che c’è ma di certo non alzano il Pil, la produttività, la produzione, non aumentano per così dire la torta, le risorse. Lo dice nel Def oggi il governo che ha sempre detto che con quota 100 ne reddito cittadinanza l’Italia economica ripartiva a razzo.

PIL, nella pagella Def il governo si dà in questa materia un assoluto brutto voto. Peggiorato poi dalla nota a margine: il governo stima un più 0,1 per cento di Pil a seguito Decreto Crescita e Sblocca Cantieri. Come? Conte, Salvini e Di Maio li hanno presentati come i Decreti della svolta, come l’antidoto a tutti i mali della sopravvenuta stagnazione e valgono solo lo 0,1 per cento del Pil? E’ che il governo lo sa che i cantieri non sono per nulla sbloccati e che la crescita economica si prova a farla partire rendendo convenienti investimenti e non mandando gente in pensione. Comunque il governo cifra se stesso: gli ultimi due grandi e benefici provvedimenti valgono 0,1 per cento del Pil. Niente meno.

DEFICIT PUBBLICO. Di Maio uscì una sera sul balcone di Palazzo Chigi neanche avessero conquistato Addis Abeba e proclamò vittoria perché deficit 2019 finalmente a 2,4 per cento sul Pil. Tradotto l’evviva: si può spendere a cambiali, pagherà l’aumento del Pil (si è visto). Poi il deficit venne riportato a 2,04 per cento perché nel frattempo il cambiali libera tutti aveva portato lo spread a 350 o su di lì. Ora nel Def c’è scritto: deficit a 2,4 per cento del Pil. Insomma le cambiali sono state emesse e ci si è mangiati tutti i soldi ottenuti a debito e spesi a deficit senza ottenere un posto di lavoro in più. Voto in pagella Def su deficit: altra netta insufficienza. 

IVA. Tra le cambiali emesse dal governo quattro mesi fa ce n’è una da 23 miliardi scadenza fine anno. E’ l’aumento delle aliquote Iva (senza il quale Quota 100 e reddito cittadinanza e altre spesucce portano il deficit 2020 ben oltre il tre per cento). Governo ha sempre giurato che quella cambiale non sarà mai pagata dagli italiani. Bene, resta da chiarire allora chi la pagherà per noi, c’è in Europa qualche sovranista disposto a farlo per amicizia con Salvini? Comunque Tria, a margine ma non tanto del Def, ha detto che se si vuole abbassare l’Irpef (Flat tax) bisogna alzare l’Iva.

Flat Tax. A leggerlo bene tra le righe il Def dice che la Flat tax che dovrebbe arrivare si finanzia con l’abolizione di facilitazioni, esenzioni e regimi fiscali particolati. Quindi qualche decina di miliardi di tasse in meno sull’Irpef e qualche decina di miliardi di sconti fiscali in meno per settori e categorie. Sentiti auguri al governo del popolo se e quando davvero dovesse togliere qualche decina di miliardi a qualcuno dei vari popoli organizzati.

Ovviamente, letta la pagella che si sono auto assegnati, una pagella piena di brutti e preoccupanti voti nella materie principali, Conte, Salvini e Di Maio hanno detto in tv, sui social e ovunque che a scuola tutto bene. Proprio come si fa quando si nasconde la pagella ai genitori. Genitori-elettori che la pagella non la vogliono vedere.