Donne d’Impresa: Giulia Mura, imprenditrice ogliastrina di Pelau, dalle olive alla biocosmesi

di Orietta Malvisi Moretti
Pubblicato il 11 Febbraio 2024 - 19:40
Donne d’Impresa: Giulia Mura, imprenditrice ogliastrina di Pelau, dalle olive alla biocosmesi.

Donne d’Impresa: Giulia Mura, imprenditrice ogliastrina di Pelau, dalle olive alla biocosmesi

Donne d’Impresa: Giulia Mura, imprenditrice ogliastrina di Pelau, dalle olive alla biocosmesi

Due volte sommelier dell’olio e del vino, imprenditrice laureata  in giurisprudenza, Giulia Mura, in Sardegna, è dal 2007 alla guida dell’azienda di Pelau,  fondata dal padre famoso medico. Giulia non  ha mai nascosto  il suo grande amore per la terra e la passione per  la sua antica tradizione familiare. Ricorda infatti, anche con grande affetto, la famosa nonna Maria, originaria di Jerzu che,  vedova e con 4 figli, era diventata persino gobba  per quel suo assiduo e pesante lavoro  di portare – anche personalmente – le olive  al frantoio.

Antesignana  di un puro e sincero “femminismo”, sua nonna diceva sempre che le donne sono come gli uomini e possono benissimo stare a capo di un’azienda.  E lo aveva anche ben dimostrato, in terra di Sardegna che, fin da quei tempi, non faceva certo “sconti” alle signore. Oggi l’azienda Pelau, grazie alla guida di Giulia,  è diventata – non a caso –  anche un modello di ecosostenibilità.

Il suo motto è: “Innovazione e Tradizione” e il risultato di questo binomio, ad esempio, è  il fatto che la produzione del suo pregiato olio Evo è  l’unico  in Sardegna certificato “Kosher”.  Decine di ettari di vigneti  con produzione di uva da cannonau e distese di ulivi secolari nel Pardu sono i gioielli  di famiglia più preziosi di Giulia.

Nel suo oleificio sono in continuo aumento le visite  da tutto il mondo di curiosi  e appassionati dell’olio  e del vino  che arrivano in terra ogliastrina unendo una splendida vacanza al benessere e  alla degustazione di una tavola di eccellenza made in Italy. 

Qualcuno dice  che le olive di Pelau  dal 2005 crescono – non a caso – nella famosa “Blue Zone”, (una delle 5 zone speciali del mondo) dove, statisticamente, si sono registrati  i casi di longevità fra i più incredibilmente avanzati  della terra. 

Non è solo la genetica – infatti –  a garantire un’esistenza lunga ed in salute, ma anche  e soprattutto l’adozione di un corretto stile di vita e di una sana alimentazione. Quindi non è pubblicità, ma realismo,  dire che l’olio ricco di polifenoli  e sostanze antiossidanti è vera garanzia di una provata e sana longevità! Per conoscere meglio questa signora dell’Ogliastra  le abbiamo chiesto:

Solo di vino e di olio è fatta la sua vita? Qualche sogno ancora non realizzato, c’è,  chiuso in qualche cassetto?

La mia vita è fatta principalmente di sogni, non potrei mai vivere senza. È chiaro che poi si lavora duramente per riuscire a realizzarli e  ringrazio la mia famiglia. Amo perdutamente viaggiare che ormai è diventato uno stile di vita, grazie al mio vino e olio ho la possibilità di confrontarmi con tante persone e tante culture diverse.

Questo  è un arricchimento umano che va oltre. Piano piano tutto prendere forma, stiamo con la mia famiglia ristrutturando un antico casale tematico di un vecchio medico centenario che ha fatto la storia nel mio territorio, circondato da uliveti secolari e vigneti, dove sorgerà la prima “Accademia Aziendale” in Sardegna. Un mio sogno è aprire fianco oleificio su una strada principale che lo fiancheggia, un Wine&Oil Bar, e aprire in futuro negozi in tutto il mondo.

Sogno un’azienda che non rimanga una semplice “cattedrale nel deserto” ma che possa essere e diventare nel tempo un modello per tante altre piccole realtà che la circondano, fare da spunto per tutti, per nuove idee e progetti.

Innovativa e lungimirante. È vero che oggi  lei si occupa anche di “agricosmesi”?

L’Agricosmesi è la nuova filiera del bio, che fa bene alla salute e all’ambiente. Il nuovo beauty trend che utilizza solo prodotti naturali. Ho voluto con il mio approccio olistico rendere omaggio al mio territorio di salute. I cosmetici, dalle creme viso e corpo agli olii per massaggi,ai solari ai profumi, al make up vengono realizzati con ingredienti naturali, coltivati con agricoltura biologica, utilizzando energie rinnovabili, senza fertilizzanti e a km 0.sono plastic – free, senza over packaging e zero waste. La mia passione nasce dalla mia filosofia amica della natura, per una bellezza etica che si concentra sul benessere dello stato d’animo e sull’equilibrio psicofisico.

Olio e vino, rappresentano il  successo di molte regioni italiane nel mondo: in cosa Pelau fa la differenza? Forse nel fatto che generi anche una consolidata “economia circolare”?

La piana del Pelau Mannu è circondata dal mare cristallino di Cardedu, dal borgo dei Tacchi, con i suoi panorami mozzafiato, passando per Jerzu patria del cannonau (il biotipo Jerzu, una delle tre sottozone vedi Università Conegliano Veneto). È anche terra  di altre delizie, di tradizioni ancestrali e folklore che  sono l’essenza autentica della Sardegna centro orientale. E questo fa la differenza! Tutte le attività in azienda sono organizzate in modo che i rifiuti diventino risorse per gli altri (economia circolare).

A Pelau non abbiamo inquinamento, e non vorremmo che mai ce ne fosse. Dal riutilizzo degli scarti di lavorazione delle olive, con produzione biogas e biomasse, continui campi sperimentali per le università ho voluto creare negli anni un ‘economia creata per potersi rigenerare autonomamente. Ho pensato a un modello che funzioni dove è necessario che ogni elemento collabori con gli altri, cittadino e impresa interagiscono con uno scopo comune.

Qualcosa da dire sulla “parità di genere” in Sardegna?

In Sardegna c’è prova di grande sensibilità da parte della Regione, con la campagna “No women no panel”, uno dei segni più significativi, un nuovo concreto approccio alla necessità impellente di una reale parità di genere, parità di opportunità e dignità. Io credo fermamente nella parità di genere per uno sviluppo sostenibile. In Sardegna l’arrivo di una donna al vertice spesso è visto come quasi a dire “ce l’ha fatta!”

Questa  circostanza, però non viene quasi mai presentata come un reale vantaggio per l’interesse collettivo. La percezione culturale in Sardegna della presenza attiva delle donne nei luoghi dove si assumono decisioni importanti non è ancora sentita come una necessità per il bene comune. È questa una responsabilità urgente da condividere insieme per un futuro migliore.

Oggi, nonostante le ultime tecnologie lei sostiene che l’olio colto rigorosamente “a mano” è migliore garanzia di una migliore qualità. È vero? 

Ci tengo a dire prima di tutto che la raccolta delle olive A mano è possibile e non difficile se è organizzata bene, un modo per gestire varietà di olive particolarmente pregiata come la Monocultivar Ogliastrina. Risulta più facile su piante basse e di dimensioni contenute, il suo grande vantaggio è il suo rispetto e impatto sulle olive, da cui vengono salvaguardate l’integrità e la qualità. Si richiede pazienza e meticolosità, ci si aiuta con scale, reti e pettini manuali, si effettuano raccolte rispettose per poi conferire in giornata tutto al frantoio al fine di preservare aromi unici. Non c’è cosa più bella che sentire l’oliva tra le mani e il ramo mentre le tirare giù, le olive ne giovano, fruttandovi molto di più al momento della macino in frantoio. Il risultato è una delizia per il palato e per l’anima.