Fiat, Sacconi apre: “Possibile un’intesa su Mirafiori entro Natale”. Cgil: “Prima sveli il piano”

Pubblicato il 20 Dicembre 2010 - 11:08 OLTRE 6 MESI FA

Maurizio Sacconi

Sarà una ”settimana decisiva” per il futuro di Mirafiori, tappa del piano di investimenti da 20 miliardi ”Fabbrica Italia”. Ne è sicuro il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, che giudica ”possibile entro Natale definire un’intesa” tra Fiat e sindacati sulla fabbrica torinese. Una settimana con degli appuntamenti già scanditi: Sergio Marchionne rientrerà martedì mattina a Torino dove alle 18.30 vedrà i dirigenti del Lingotto per il tradizionale incontro di fine anno. E dove, in giornata, dovrebbe incontrare la leader degli industriali Emma Marcegaglia, per un colloquio riservato, al momento non confermato nè da Fiat nè da Confindustria.

Il ministro Sacconi, da parte sua, dopo lo slancio di ottimismo avverte: ”In caso contrario avrebbero ragione tutte le Cassandre che hanno dubitato delle buone intenzioni di Fiat. E non voglio nemmeno pensare alle conseguenze di una simile ipotesi”. Mentre la Cgil chiede di conoscere il piano nel suo complesso, di rovesciare il metodo di un confronto che si sta invece sviluppando tappa per tappa. Basta ”annunci misteriosi”, dice il segretario generale Susanna Camusso: ”Di questo piano, continuamente annunciato, noi conosciamo un modello a Pomigliano e un modello a Mirafiori, tutt’altro che un piano di investimenti così come viene presentato, e crediamo che sarebbe l’ora di ripartire dal punto giusto: prima si annunci il piano, e poi si valutino le ricadute organizzative sugli stabilimenti”.

Sono giorni chiave, dunque, per il futuro di Fabbrica Italia, oggi all’esame del capitolo Mirafiori dopo l’accordo separato siglato senza la Fiom per lo stabilimento di Pomigliano d’Arco. Sarà un passaggio importante, domani a Roma, l’incontro tra Federmeccanica e sindacati (Fim, Uilm, Fismic e Uglm. Non la Fiom che non ha firmato il contratto del 2009) per verificare la percorribilità di norme contrattuali ad hoc (come chiede Fiat) e della soluzione per farlo, alle deroghe al contratto dei metalmeccanici all’ipotesi di un nuovo contratto per il settore auto. Incontro che potrebbe ricreare le condizioni perché Fiat torni al tavolo su Mirafiori, dal quale si è alzata il 3 dicembre sostenendo che non c’erano le condizioni per raggiungere una intesa.

Anche l’incontro di martedì con Emma Marcegaglia, che pur non confermato appare più che probabile, sarà un passaggio delicato. Un faccia a faccia dopo la chiara presa di posizione degli industriali, pronti a sostenere chi investe e chi spinge per una modernizzazione delle relazioni industriali, ma con un limite, la necessaria attenzione a evitare di forzare troppo la mano, a non innescare un conflitto sociale che che renderebbe ingovernabili i rapporti sindacali nelle aziende. Su questo fronte il nodo da sciogliere, anche per gli industriali, è la richiesta di Marchionne di passare ad un sistema di rappresentanza in azienda, le rsa, aperto solo alle sigle firmatarie di contratto.

Chiudendo la porta alla Fiom, dunque. Che resta sul no fermo ad ogni possibile intesa che possa far ”saltare il contratto nazionale di lavoro mettendo in discussione i diritti dei lavoratori”, come ha ribadito ancora una volta ieri il leader dei metalmeccanici della Cgil, Maurizio Landini. Oggi forte dei 2.780 no al ”modello Pomigliano” raccolti con una petizione ai cancelli di Mirafiori.