Giorgio Squinzi: “Soldi dello Sblocca Italia non bastano, sì a contratto unico”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Agosto 2014 - 20:19 OLTRE 6 MESI FA
Giorgio Squinzi: "Soldi dello Sblocca Italia non bastano, sì a contratto unico"

Giorgio Squinzi alla Festa dell’Unità (foto Ansa)

BOLOGNA – Giorgio Squinzi critica il governo: i soldi messi in campo con lo Sblocca Italia (10 miliardi) “non bastano” a far ripartire il Paese. Inoltre Squinzi suggerisce che in ambito lavorativo si vada nella direzione del “contratto unico“.

Il presidente di Confindustria ha scelto un’occasione significativa: la Festa dell’Unità nazionale a Bologna. Gran cerimoniere, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. La tana del lupo.

Sblocca Italia

Per quanto riguarda “l’ammontare di cui si è parlato” in questi giorni, “l’ammontare reale e disponibile, secondo la nostra sensazione non sarà sufficiente a far ripartire il Paese”.

A giudizio del presidente di Confindustria, “i concetti che ci sono all’interno” dello Sblocca Italia “sono condivisibili: il problema è la quantità e la reale disponibilità dei fondi per sostenere questi investimenti, ad esempio quelli infrastrutturali, e tutta una serie di investimenti che erano stato decisi già cinque governi fa. Mi auguro – ha concluso Squinzi – che sia il momento per fare andare avanti le cose”.

Governo

“Dopo avere detto, ‘facciamo tutto in 30 giorni’, mi sembra che il termine di 1000 giorni sia realistico ma bisogna fare le cose che servono per sbloccare questo Paese”.

A giudizio di Squinzi, “il nostro supporto a questo Governo è consistito in una attesa benevola e diventerà ancora più sostanzioso” se si faranno le cose che “servono al Paese”.

Lavoro

Sul fronte dell’occupazione, “bene questo intervento di Poletti con la delega sul lavoro ma questo è solo un primo passo nella direzione” che dovrebbe essere quella “del contratto unico che sia conveniente per le imprese e i lavoratori”.

“Noi siamo per incrementare i salari e non per diminuirli”. Il problema, ha spiegato, “è aumentare il lavoro: bisogna ricreare le condizioni per ricreare lavoro”.

Toccando il tasto degli 80 euro, inseriti in busta paga, questi, ha poi aggiunto Squinzi, “non hanno avuto impatto reale sui consumi. Noi pensavamo e lo abbiamo detto sin dal primo momento – ha sottolineato – che sarebbe stato meglio investire questi 10 miliardi su un taglio deciso del cuneo fiscale del lavoro che non vuol dire abbassare i salari come qualcuno ha voluto dire, come lo stesso presidente del Consiglio ha ipotizzato”.

“Noi – ha ribadito il presidente di Confindustria – i salari vogliamo incrementarli, non diminuirli: il problema è di creare il lavoro e il lavoro può venire solo dalle imprese”.