Lega, fame di banche: la scalata “verde” nelle fondazioni

Pubblicato il 11 Maggio 2011 - 11:38 OLTRE 6 MESI FA

MANTOVA – Continua la scalata della Lega nelle fondazioni bancarie: l’ascesa del Carroccio nei consigli d’amministrazione dei grossi istituti di credito è stata raccontata da Lina Palmerini sul Sole 24 Ore. La giornalista spiega che, in quest’ottica, le amministrative del 15 e 16 maggio assumono una rilevanza particolare, perché, in alcuni casi (vedi Mantova), una vittoria può valere nuovi consiglieri.

Proprio a Mantova, sottolinea la Palmerini, “la Lega aspira oltre che alla provincia anche a un posto in Fondazione Cariplo, come prevede il regolamento che affida la nomina di un consigliere a ciascuna delle province lombarde (tranne Milano che ne esprime tre). In questo modo ci sarebbe un reset degli attuali equilibri visto che l’attuale amministrazione mantovana di centro-sinistra aveva espresso un “suo” uomo”.

Attualmente, ricorda Palmerini, “c’è già una pattuglia di consiglieri e commissari di area leghista in Fondazione. Ci sono quelli espressi dalla provincia di Varese – Giorgio Gaspari – e di Sondrio – Marco Antonio Dell’Acqua – così come c’è il consigliere del Cda Luca Galli (“leghista guzzettiano”) e l’economista Rocco Corigliano, in più nel collegio sindacale c’è Andrea Bignami. A questi nomi se ne aggiungerebbe uno espresso dalla provincia di Mantova – se la Lega vincerà – e un altro tra i tre che deve esprimere Milano”.

E anche in questo caso, sottolinea la giornalista, “se il vicesindaco sarà leghista è chiaro che uno dei tre nomi sarà di area padana. Insomma, un probabile “più due” per il Carroccio in Fondazione mentre un altro uomo leghista, Marcello Sala (vicino a Giancarlo Giorgetti) è andato nel consiglio di sorveglianza Intesa Sanpaolo”.

La Palmerini cita un precedente, quello relativo all’uscita di Alessandro Profumo da Unicredit: “si ricorda il ruolo determinante giocato dai vertici del Carroccio e dal sindaco di Verona Flavio Tosi (attraverso Cariverona) per capire quanto conti misurare – e aggiornare – i rapporti di forza”.

L’altro boccone “succulento”, secondo la giornalista del Sole 24 Ore, “sono le multiutilities. È noto che il bersaglio grosso è la A2A – frutto del matrimonio tra l’Aem di Milano e l’Asm di Brescia – oggi guidata da Graziano Tarantini, uomo di Comunione e liberazione, ma anche vicepresidente di Bpm. Da tempo circolavano rumors che lo volevano al vertice di Bpm proprio per liberare il suo posto alla presidenza del consiglio di sorveglianza dell’A2A che tanto “interessa” al Carroccio. In quella posizione immaginavano un uomo vicino ai padani, Bruno Caparini, imprenditore, già al consiglio di sorveglianza ma che arrivando alla guida della multiutility realizzerebbe quell'”ideale” di Bossi-Giorgetti di portare il Carroccio a orientare le dinamiche delle grandi aziende erogatrici di servizi”.