Niente più pensioni e stipendi in contanti se superi i 500 euro

Pubblicato il 8 Dicembre 2011 - 17:45 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Niente piu’ soldi da mettere in borsetta. La pensionata che, dopo la fila alle poste, riscuote un importo mensile superiore a 500 euro non potra’ piu’ farlo in contanti. Dovra’ chiedere il versamento sul conto corrente, se ce l’ha. Oppure – prevede il decreto della manovra – farsi versare l’importo su una carta elettronica, bancaria o postale, anche prepagata.    Fino ad oggi il consiglio era quello di richiedere il versamento direttamente sul conto corrente, per limitare il fenomeno degli scippi. Ma e’ riuscito solo in parte a sfoltire le code dei pensionati, in fila alla posta per ritirare l’assegno mensile. Ora invece si cambia: la pensione dice addio ai contanti e l’assegno ”senza cash” diventa un obbligo.

La novita’ scatta da subito. E avra’ impatto anche sull’assegno e sulla tredicesima che i pensionati riscuoteranno a Natale. La norma e’ tra le pieghe della manovra, nell’articolo che fissa a 1.000 euro la soglia per i pagamenti cash. L’importo valido a livello generale come tetto per l’utilizzo del contante viene dimezzato a quota 500 quando a pagare e’ l’amministrazione pubblica. Cosi’ questo e’ lo steccato per i pagamenti verso i fornitori da parte delle amministrazioni centrali e locali. Ma – ed e’ scritto esplicitamente – anche per il versamento delle pensioni. Non basta. La stessa soglia vale anche per chi percepisce uno stipendio pubblico o un compenso per una collaborazione: il pagamento in moneta sonante si fermera’ a quota 500 euro. Oltre questo importo bisognera’ possedere una carta di credito, magari prepagata, oppure optare per il versamento ‘elettronico’ sul conto.

Che la novita’ possa comportare qualche difficolta’ e aumento di costo per i pensionati appare chiaro dal comma successivo che punta a limitare i disagi per i pensionati al minimo o sociali. ”Per incrementare i livelli di sicurezza fisica e tutelare i soggetti che percepiscono trattamenti pensionistici minimi, assegni e pensioni sociali – e’ scritto nel decreto – i rapporti recanti gli accrediti di tali somme sono esenti in modo assoluto dall’imposta di bollo”. Inoltre, ”per tali rapporti, alle banche e agli altri intermediari finanziari e’ fatto divieto di addebitare alcun costo”.

La norma solleva polemiche. A scoprirla e’ il senatore Idv, Elio Lannutti, che presiede anche l’Adusbef. ”I pensionati – afferma Lannutti che, come presidente Adusbef, e’ uno dei piu’ critici censori del sistema bancario – saranno cosi’ costretti ad aprire conti correnti bancari e postali e apprendere l’utilizzo di bancomat o carte di credito, per ingrassare i signori banchieri”.    Protestano anche i pensionati. ”Non capiamo il perche’ di tutto questo accanimento contro i pensionati da parte del governo”, afferma il segretario dei pensionati Cgil, Carla Cantone. ”Non vorremmo – dice – che questa norma fosse un modo per togliere ancora qualche euro dalle tasche dei pensionati italiani in favore delle commissioni bancarie”.