Stretta sui dipendenti malati e produttività: la manovra di Tremonti

Pubblicato il 30 Giugno 2011 - 19:38 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il consiglio dei ministri ha dato il via libera alla manovra da 47 miliardi di Giulio Tremonti. La parte principale dell’intervento è focalizzata per il 2013 e il 2014, mentre interventi più light sono previsti per gli ultimi due anni della legislatura.

”La Manovra è stata preparata e costruita con tutti ministri e le loro strutture. Da Tremonti c’è stato il difficile lavoro di collegamento tra tutti ed è stato personalmente a confronto con i membri del governo e i suoi uomini hanno collaborato con altri ministeri ed oggi arrivato un testo condiviso”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. L’approvazione della manovra ”non ha come obiettivo quello di tenere in vita il governo, legittimamente eletto e che restera’ in carica fino a fine legislatura”, ha aggiunto Berlusconi.

”Non abbiamo messo le mani nelle tasche degli italiani ma qualche ‘cosina’ la abbiamo pensata, ma sono cose di pochissimo conto: pensavamo, ad esempio, di eliminare il bollo auto ma ci sembrava logico che per grandi auto si potesse fare una piccola aggiunta”, ha detto il premier.

La manovra contiene un giro di vite sulle assenze dei dipendenti pubblici: la visita fiscale per assenza per malattia, si legge, arriverà “sin dal primo giorno, quando l’assenza si verifica nelle giornate precedenti o successive a quelle non lavorative”. In precedenza, il controllo poteva essere disposto “nel caso di assenza di un solo giorno, tenuto conto delle esigenze funzionali e organizzative” dell’amministrazione. La bozza del ddl delega per la riforma del fisco all’esame del Consiglio dei ministri non prevede poi nessun aumento dell’Iva ma soltanto la “revisione graduale delle attuali aliquote, tenendo conto degli effetti inflazionistici prodotti da un aumento”. ”Ringrazio Tremonti per la pazienza che ha avuto”.   ”E’ arrivato un testo già largamente condiviso e  alcune situazioni dovevano essere decise, si è aperta una discussione positiva e su 6-7 punti abbiamo approfondito l’esame che ha portato all’assunzione di alcune decisioni”.

Nella manovra appena varata dal Cdm ”c’è l‘Election day”, cioè l’accorpamento tra le elezioni politiche o amministrative in un’unica giornata, ”tranne i referendum che per costituzione vanno fatti in modo separato”. La conferma arriva dal ministro dell’Economia.

Berlusconi ha sottolineato che la norma che riduce la tassazione al 5% per cinque anni a tutte le nuove imprese, ai giovani e ai disoccupati, è molto ”coraggiosa. Sopporteremo eventuali minori entrate perché, come anche il sottoscritto pensa, si tratta di una norma di forte incentivazione ad entrare nel mondo imprenditoriale”. Anche Tremonti ha spiegato che nella manovra ”prevediamo un forfait fiscale del 5% complessivo riguardo alle imprese fatte dai giovani fino a 35 anni, con una durata di 5 anni”. Le misure ”riguardano anche le persone escluse dal mondo del lavoro come i cassa integrati”.

Sull’Ice ”c’è un grande lavoro da fare” e l’obiettivo è ”formare presso ogni ambasciata ‘casa Italia’. Si tratta di un grande lavoro da fare con l’obiettivo finale positivo: dei 14 uffici in Italia li portiamo a essere due Roma e Milano con una riduzione di personale di circa 200 persone e tutta la forza forza sarà usata per la penetrazione e supporto dei prodotti stranieri”, ha aggiunto Berlusconi. Il premier ha inoltre spiegato che degli attuali 1.200 dipendenti (metà in Italia e metà all’estero) saranno ridotti di circa 200 unità.

Dopo i ”reiterati inviti del capo dello stato” sulla manovra, ”ci auguriamo che pareggio di bilancio diventi obiettivo comune e condiviso” da tutte le ”forze responsabili”, ha aggiunto il presidente del Consiglio. ”Il pareggio di bilancio non è un obiettivo di ragioneria ma un obiettivo politico ed etico del Paese. Un bilancio in pareggio si riflette nelle scelte di responsabilità tra cittadini e le generazioni, un Paese in deficit è in deficit di cifra morale”, gli ha fatto eco il ministro dell’Economia Giulio Tremonti.

Tremonti conferma che il governo, con la delega fiscale varata oggi, punta ad ”allargare la base imponibile riducendo le 470 forme di erosione che si sono accumulate negli anni. Si può immaginare un sistema a 3 aliquote (20, 30 e 40%), rimodulare altre forme di imposizione e tagliando la spesa pubblica per tagliare aliquote. Riservando come dividendo fiscale l’enorme bacino dell’evasione”.

Nessun taglio dalla manovra alle risorse per il sostegno nelle scuole. Lo ha ribadito in un comunicato il ministero dell’Istruzione, in cui si precisa fra l’altro che ”resta il tetto di 20 alunni nelle classi con disabili”.  ”Le interpretazioni di alcuni organi di stampa secondo cui la manovra economica determinerebbe una riduzione della spesa per gli studenti disabili – sottolinea il comunicato – sono totalmente prive di fondamento”. La manovra ”si limita a definire i seguenti aspetti: è confermato, come stabilito dal governo di centrosinistra, il rapporto di un insegnante ogni due studenti disabili. Tuttavia, in caso di bisogno, viene concessa una deroga a questa norma, così come disposto dalla Corte Costituzionale. Si tratta dunque di un provvedimento reso indispensabile dopo la sentenza, che non toglie, ma garantisce nuovi servizi”.

Inoltre, c’è ”più rigore nella certificazione della disabilità da parte delle Asl. Verrà inserito un membro dell’Inps nelle commissioni per la certificazione. In passato si sono definite disabilità in maniera disinvolta e non corretta”. Infine – osserva il ministero – ”non è prevista l’abrogazione del tetto per il numero degli alunni nelle classi con studenti disabili. Il limite era, e resta, di 20 alunni per classe”.

Verrà creata una Commissione ad hoc con la partecipazione di Ocse e Fondo monetario internazionale per liberalizzare i servizi. Nella parte dedicata alle liberalizzazioni sono saltate le norme relative alle professioni che, secondo fonti politiche, finirebbero in un disegno di legge collegato.

“Con l’esclusione dei titoli pubblici ed equivalenti” è prevista, inoltre, l'”introduzione di un’unica aliquota per le ritenute e le imposte sostitutive applicabili sui redditi di capitale e sui redditi diversi di natura finanziaria non superiore al 20 per cento, facendo salva l’applicazione delle minori aliquote introdotte in adempimento di obblighi derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea”.

Sale, con tempi e modalità soft, l’età pensionistica delle donne nel settore privato. A partire dal 2020, si legge nella bozza finale del provvedimento, ci vorrà un mese di più, cioè 60 anni e un mese, per andare in pensione. I requisiti anagrafici verranno poi aumentati di due mesi a partire dal primo gennaio 2021, per poi proseguire in modo progressivo fino all’ultimo scaglione, fissato al primo gennaio 2032.

È confermata per l’anno 2012 “una tassazione agevolata del reddito dei lavoratori” collegata a “incrementi di produttività, qualità, redditività, innovazione, efficienza organizzativa”. Nella bozza si specifica infatti che il “governo, sentite le parti sociali, provvede entro il 31 dicembre 2011 alla determinazione del sostegno fiscale e contributivo” in questione, “nei limiti delle risorse stanziate con la legge di stabilità”.

Da fonti ministeriali, poi, si apprende anche che il dicastero dei Beni culturali è escluso sia dal taglio dei residui passivi sia da qualsiasi ipotesi di rimodulazione futura delle risorse. Nessun taglio quindi né allo spettacolo né alle istituzioni culturali. Con la manovra, anzi, arriva la possibilità di destinare il 5 X mille alla cultura.

La bozza prevede ancora che per evitare la disattivazione coattiva degli impianti, le tv locali dovranno liberare le frequenze messe all’asta entro e non oltre il 31 dicembre 2012. “Alla scadenza del predetto termine (31 dicembre 2012) – si legge nel testo – in caso di mancata liberazione delle frequenze l’amministrazione competente procede senza ulteriore preavviso alla disattivazione coattiva degli impianti avvalendosi degli organi della polizia delle comunicazioni”.

Il governo ha deciso di mettere all’asta le radiofrequenze che si libereranno con il passaggio del digitale terrestre per destinarle alla telefonia mobile. L’asta dovrebbe garantire risorse per 2,4 miliardi. La misura prevede inoltre che il 50% dei maggiori introiti eventuali rispetto ai 2,4 miliardi che si otterranno possano essere destinati al settore.

Nella bozza infine si legge che entro il 31 dicembre 2011 il governo potrà concludere accordi con regioni ed enti locali che hanno per oggetto la “semplificazione delle procedure di alienazione degli immobili in passato di proprietà degli Istituti Autonomi Case Popolari”.