Claudio Scajola: “Venderò la casa. Berlusconi mi ha chiamato subito”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Gennaio 2014 - 09:26 OLTRE 6 MESI FA
Claudio Scajola

Claudio Scajola

ROMA, 28 GEN – “Questo imprenditore Anenome l’ho visto due volte in vita mia. Ma ora i giudici hanno ripristinato la verità e io l’ho conosciuta”, queste le parole di Claudio Scajola, assolto per la casa al Colosseo, intervistato dal Fatto Quotidiano:

La casa al Colosseo

Ha scoperto la provenienza di quei soldi? Il processo è complicato. Questo imprenditore Anenome l’ho visto due volte in vita mia. Ma ora i giudici hanno ripristinato la verità e io l’ho conosciuta.

E che dice, la verità? Io non sapevo. Ma non mi va di celebrare questa mia liberazione.

Perché? Il tempo mi ha logorato. Quanto? Mi ha distrutto: tre anni e nove mesi, quanti giorni fanno?

E adesso? Torno a casa, mia moglie mi aspetta.

Temeva il peggio? No, però era in tensione.

Come l’ha rassicurata? Mi sono comportato con semplicità. Domenica sera ho mangiato un brodino, non avevo molta fame. Mi sono svegliato prestissimo. Mi pare fossero le cinque. E sono partito per Roma: voleva venire con me, l’ho fermata.

E perché? Era meglio così, le ho mandato un messaggio mentre ero in aula: “Stai tranquilla, andrà bene”. Ho assistito a qualsiasi tipo di udienza. Ho voluto mostrare il mio rispetto per le istituzioni e per i magistrati. Ha notato che io…

Cosa? Non ho mai insultato le toghe, mi sono dimesso, mi sono spiegato.

Quante telefonate ha ricevuto? Tantissima solidarietà umana. Silvio Berlusconi è stato il più rapido.

Una chiamata per una candidatura? No, mi ha ricordato che non ha mai dubitato della mia innocenza e mi ha confermato la sua stima. Poi mi ha passato Fedele Confalonieri. Sono stati davvero gentili.

Vuole un posto in Forza Italia? Sente la mia voce, il mio tono? Lo sento bene, non euforico. Non ho voglia di pensare al domani. Mio padre mi ha insegnato una cosa importantissima, e la riporto a voi. Ascoltiamo. Quando entri nel tempio devi essere cauto e devi occupare una sedia in ultima fila. E io gli sono grato perché me lo ricordo e ne faccio ammenda.

Non vuole una rivincita? Mai vedrete Scajola come un martire. Non mi voglio gongolare. Ho sofferto, questo sì. É la politica, bellezza. Un po ’ maleodorante, tanto sporca. Sangue e merda. In quest’ultimo periodo, io ho mangiato soprattutto una grande quantità di merda. Ci credevo, però.

È un credente? Esatto, praticante e peccatore. E mi aspettavo un verdetto di giustizia, comunque in Paradiso l’avrei ottenuto. Non è peccatore? Io resto un peccatore. Ho contezza dei miei peccati. Ma sono un credente. Ha pregato? Ho rispettato le mie funzioni di credente e peccatore. E dunque, la venderà la casa? Sì, me ne devo liberare, presto.