L’elogio del Nyt al potere di Mario Draghi, “Machiavelli della moneta unica”

Pubblicato il 3 Luglio 2012 - 12:29 OLTRE 6 MESI FA

Sale la stella di Mario Draghi che oscura anche Monti

ROMA – Mario Draghi, uomo copertina del New York Times del 3 luglio, è il personaggio del momento in America, il vero faro dell’Europa che prova a uscire dalla crisi, secondo analisti e commentatori che osservano dalla finestra oltre Atlantico le complicate acrobazie con cui i leader politici continentali stanno cercando disperatamente un rilancio. Dal vertice della Banca Centrale europea, Mario Draghi, mix di autorevolezza e understatement, guiderà il processo di trasformazione della fragile associazione a 17 membri legati da una stessa moneta verso una vera unione bancaria. Sarà lui alla testa di una istituzione finanziaria centrale finalmente più vicina alla Federal Reserve americana, una Bce rafforzata nei compiti e nei poteri. Sarà lui il referente ultimo e il decisore finale del salvataggio delle banche spagnole.

Elogi e complimenti si sprecano. Il docente alla University of Pennsylvania Warthon School lo considera di gran lunga il personaggio più potente del mondo occidentale che non sia stato eletto. Sottolineatura niente affatto trascurabile se vista dalla Germania cui Draghi si contrappone come interlocutore, consigliere, contraltare: le sue decisioni, come la riforma formale della Bce devono passare attraverso il giudizio del parlamento tedesco. Il segretario del Tesoro americano Geithner lo considera un uomo “calmo anche di fronte alla tempesta” e gli riconosce, grazie anche alla lunga frequentazione, la dote di vedere il mondo così com’è e non come si desidera che sia.

Non chiamatelo SuperMario, consiglia il NYT, è un nomignolo da eroe dei videogiochi inadatto a esprimere il carattere della sua presidenza. Piuttosto un Machiavelli della moneta o, meglio, un Richelieu alle spalle del Re di Francia, vista la sua attitudine a rimanere dietro le quinte, ad esercitare il suo potere senza squilli di tromba. Un servitore fedele dell’istituzione, come già suo padre, funzionario alla Banca d’Italia già in epoca mussoliniana quando dovette occuparsi  della ristrutturazione delle finanze uscite a pezzi dalla Grande Depressione. A giorni è attesa una ulteriore diminuzione di un quarto di punto del tasso di interesse dell’euro già al minimo dell’1%: ascolterà tutti, non alzerà mai la voce, deciderà da solo.