Pensioni, Draghi resta solo a quota 102/104 corte. E scende a quota 103 lunga

di Riccardo Galli
Pubblicato il 25 Ottobre 2021 - 10:48 OLTRE 6 MESI FA
Pensioni, Draghi resta solo a quota 102/104 corte. E scende a quota 103 lunga

Pensioni, Draghi resta solo a quota 102/104 corte. E scende a quota 103 lunga FOTO ANSA

Pensioni, o meglio pensioni sotto i 65 anni. In teoria dovrebbero essere le relativamente rare eccezioni, la legge fissa l’età pensionabile a 67 anni di età. Salvo eccezioni appunto. Eccezioni che superano in  quantità la regola e lo fanno in abbondanza. Tanto che tutti sanno, governo, partiti e sindacati, che l’importante è la “regola dell’eccezione” e non quella generale. Quindi tutti si occupano delle pensioni sotto i 65 anni.

Quota 100, 12 miliardi e 0,3% tasso sostituzione

Quota 100, cioè andare in pensione con 38 anni di contributi a 62 anni di età ha avuto costo notevole, circa 12 mld, ha mandato in pensione circa 350 mila persone soprattutto nel pubblico impiego, ed ha visto una nuova assunzione per ogni tre nuovi pensionati. Insomma costosa all’eccesso e dannosa alla radice. Quota 100 nasceva dall’idea, tanto ingenua quanto diffusa, che i posti di lavoro siano una quantità fissa, una specie di pianta organica della azienda (pubblica?) chiamata società: tanti vanno in pensione, tanti vengono assunti al posto loro. Salvini ad esempio ha nutrito e nutre questa idea ingenua che scorre in perfetta coerenza con le molte autarchie della sua concezione dell’economia.

Un mercato del lavoro “autarchico” doveva consentire di spendere sì un sacco di soldi per mandare gente in pensione a 62 anni, ma ne sarebbero venute altrettante assunzioni… Salvini giurò su tre assunti per ogni pensionato via Quota 100. Dopo tre anni il tasso sostituzione non è stato 3 ad uno ma 0,3 ad uno. Quindi quota 100 che scade al 31 dicembre riposi in pace.

Ma 62 piace tanto alla Cgil e anche…

Ma 62 anni come età per andare in pensione piace tanto anche alla Cgil, a tutti i sindacati e pure al Pd, per non dire di Leu. Quindi i sindacati a chiedere con fermezza che quota 100 uscita dalla porta…rientri dalla finestra, anzi dalle finestre. Eccezioni robuste all’età pensionabile per i lavori gravosi (previa ampia estensione categorie lavori gravosi), per le opzioni donna, per 42 anni di contributi a prescindere dall’età, per comparti e aziende in ristrutturazione o difficoltà.

L’idea portante della Cgil e della sinistra è meno ingenua, naif, di quella di Salvini. E’ invece un’idea più strutturata e rotonda: è l’idea della pensione come cosa buona e giusta, del più gente in pensione c’è più giustizia sociale si realizza. L’idea che mandare la gente in pensione sia la missione del sindacato e della sinistra, l’idea di mettere più gente possibile al riparo mettendo più gente possibile a carico dello Stato (a carico dello Stato perché le pensioni sotto i 65 anni sono tutte finanziate a debito). Un’idea che equivale a tagliare il ramo su cui si è seduti: l’aumento del numero relativo dei pensionati unito al calo per via demografica della forza lavoro e sommato al basso tasso di sostituzione deprimono ancor più le risorse contributive con cui pagare le pensioni in essere e future e contraggono la capacità di espansione del Pil.

Allora Draghi fa sapere: 64 e 65 anni in due anni

Draghi fa sapere: passeremo a quota 102 e quota 104 in due anni, cioè a pensione a 64 anni e poi a 65 anni nei prossimi due anni. Su queste quote Draghi è rimasto solo. Salvini e la Cgil e pure il Pd gli hanno detto no: troppi 64 e 65 anni per andare in pensione. Il più chiaro di tutti è stato Landini: “Quota 102 non serve, manda in pensione solo qualche decina di migliaia di lavoratori”. E poiché l’obiettivo strategico della Cgil è mandare in pensione più gente possibile…

E allora si scende di quota: 103…lunga

Salvini non vuole, Pd nemmeno, sindacati neanche a parlarne…di fronte a questo uniti nella lotta si va verso discesa a quota 103, cioè pensione di fatto a 63 anni. E non per un anno solo, il solo 2022. Quota 103 che duri un po’ di più di un anno, che duri qualche anno. In modo che possa proseguire la politica standard italiana riguardo alle pensioni: imbarcare, imbarcare, imbarcare…Anche se non c’è più posto. E chi prima o poi resterà a terra? Non i primi della fila, è questo che conta per la destra, la sinistra, i sindacati.