Pensioni, tra un mese scatta la riforma. Ricongiunzioni verso la gratuità

Pubblicato il 2 Dicembre 2012 - 10:18 OLTRE 6 MESI FA
Il ministro del Lavoro, Elsa Fornero (Foto Lapresse)

ROMA – Ancora un mese, e poi, dal 1° gennaio 2013, sarà operativa la riforma delle pensioni: quindi gli uomini potranno lasciare il lavoro solo dopo i 66 anni e tre mesi, le donne dopo i 62 anni e tre mesi, o a 63 anni e nove mesi se lavoratrici autonome.

E se aumenta l’età in cui si può andare in pensione diminuiscono invece gli importi degli assegni, circa del 2.3%. Per tutto il 2013, poi, le pensioni tre volte superiori all’assegno minimo (1.405 euro lordi) non godranno dell’indicizzazione all’inflazione.

La pensione anticipata sarà concessa solo a chi ha maturato almeno 42 anni e 5 mesi di contributi se uomini e 41 anni e 5 mesi se donne.

Se, infatti, alla fine del 2012 sono ancora potuti andare in pensione i dipendenti che hanno maturato i requisiti a fine 2011 (attendendo quindi i 12 mesi previsti dalla finestra mobile), dal 2013 i lavoratori dipendenti potranno andare in pensione solo con le regole della riforma. Solo i lavoratori autonomi che hanno dovuto attendere 18 mesi per la finestra mobile potranno andare ancora fino a giugno in pensione con le vecchie regole.

Per le donne è previsto l’aumento dell’età fino al 2018, quando sarà uguale a quella degli uomini. Dal 2014 per andare in pensione ci vorranno 63 anni e nove mesi per le lavoratrici dipendenti e 64 anni e nove mesi per le lavoratrici autonome. Le dipendenti che abbiano compiuto 60 anni entro il 2012 potranno andare in pensione a 64 anni e sette mesi.

Per gli uomini la riforma incide soprattutto sulla pensione anticipata. Ci vorranno 42 anni e 5 mesi di contributi, mentre per la pensione di vecchiaia nel 2013 basteranno 66 anni e tre mesi (tre mesi in più rispetto al 2012). Quindi per i nati dopo il 1946 bisognerà aver iniziato a lavorare almeno nel 1972. Fanno eccezione gli uomini dipendenti, che potranno andare in pensione a 64 anni se  avranno maturato entro il 2012 60 anni di età e 35 di contributi.

Per quanto riguarda le ricongiunzioni onerose dei contributi versati a fondi diversi, la proposta del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, prevede prima una circolare dell’Inps, poi una norma per correggere le distorsioni del 2010. Sono circa 600.000 gli aspiranti pensionati da oggi al 2022 interessati.

L’obiettivo sarebbe quello di restringere prima di tutto la platea degli interessati. I contributi dei dipendenti di enti locali e Asl maturati fino al luglio del 2010 (quando è entrata in vigore la legge 122 che introduce l’onerosità del ricongiungimento dei contributi all’Inps) verrano trasferiti automaticamente all’Inps, come per gli statali e i fondi dei telefonici, volo ed elettrici.

Per gli altri saranno valide le nuove norme di legge, soprattutto quella che prevede che le ricongiunzioni all’Inps siano gratuite. Esclusi solo gli assegni pensionistici alti. L’intento di Fornero, almeno in teoria, sarebbe di far pagare solo chi dalle ricongiunzioni otterrà vantaggi.