Bologna, manifesti del Movimento Fascismo e Libertà col timbro comunale
BOLOGNA – I 50 manifesti del Movimento Fascismo e Libertà comparsi ai bordi delle vie di Bologna sembrerebbero essere regolari al cento per cento. I regolari timbri degli uffici comunali indicano che le affissioni non sono abusive ma il sindaco Virginio Merola ha espresso il proprio dissenso e pensa di formulare un esposto in Procura. Giovanni Montoro, leader del Mfl-Psn che si rifà al Ventennio, raggiunto dal Fatto Quotidiano ha detto: “Ci intentino pure causa, tanto le abbiamo sempre vinte”. Così da alcuni giorni i fasci littori del Mfl-Psn, Movimento fascismo e libertà-Partito socialista nazionale, campeggiano “ufficialmente” per le strade del capoluogo emiliano.
Il Mfl-Psn – scrive il Fatto – non è nuovo alle vicende giudiziarie. “Abbiamo sempre vinto le nostre battaglie in tribunale. Le denunce contro di noi – spiega Montoro – sono sempre finite in assoluzioni o archiviazioni”. E in una delle tante sentenze si spiega che i fasci riprodotti nei manifesti appesi anche a Bologna non sono i fasci littori di mussoliniana memoria, ma i fasci repubblicani.
“Inoltre, prosegue il Fatto, nei loro manifesti non si parla (esplicitamente) né di soppressione del pluralismo, né di sovversione. Una serie di cavilli insomma con cui il movimento, nonostante i molteplici problemi con la giustizia, se l’è sempre cavata. Ma gli espliciti riferimenti al Ventennio lasciano pochi spazi ai dubbi. “Ancora una volta nella storia d’Italia la rinascita della Patria non può che essere affidata al Fascismo” si legge sul loro sito internet”.
Intanto il movimento è in fermento per le prossime elezioni amministrative. In provincia di Bari, a Santeramo, la sigla Mfl ha sostituito la più “fastidiosa” scritta Fasciscmo e Libertà. Ma assicura Montoro: “Siamo in lizza anche in Piemonte e in altre città d’Italia”. Il caso pugliese però, nota il Fatto, è finito ancora una volta al centro di un’interrogazione parlamentare.
