A Milano 60 suv con le gomme bucate, il blitz degli ambientalisti FOTO

di redazione cronaca
Pubblicato il 7 Marzo 2024 - 18:33
milano suv gomme bucate

Il volantino del movimento “The Tyre Extinguishres”

I gruppi ambientalisti stanno sempre più frequentemente adottando azioni dimostrative che suscitano notevoli polemiche. L’ultima di queste, avvenuta nella notte del 6 marzo, è stata portata avanti da un gruppo di attivisti del movimento “Tyre Extinguishers” che ha deciso di celebrare il loro secondo anniversario in modo particolare. Hanno bucato le gomme di 60 SUV nella zona Città Studi di Milano. Su ogni auto colpita è stato lasciato un volantino, nel quale gli attivisti hanno spiegato il motivo del loro gesto: “Attenzione, il tuo SUV uccide. Abbiamo sgonfiato uno o più dei tuoi pneumatici. Potresti arrabbiarti, ma non prendertela personalmente. Non sei tu, è la tua auto”, recita il volantino.

“Abbiamo agito così perché l’uso di auto così ingombranti nelle aree urbane ha conseguenze enormi. Anche se non ti interessa l’impatto sulle persone che sono lontane da te, ci sono comunque ripercussioni sui tuoi vicini. I SUV contribuiscono in modo significativo all’inquinamento dell’aria rispetto alle auto più piccole e sono più pericolosi nelle collisioni, come dimostrano studi psicologici che mostrano come i conducenti di SUV siano più inclini a correre rischi sulla strada”, continua il volantino. Infine: “I SUV sono superflui e rappresentano solo vanità”.

Tuttavia, l’azione non ha coinvolto solo Milano. Anche alcuni automobilisti di Pisa, residenti nel centro storico della città toscana, hanno riportato il medesimo episodio di pneumatici sgonfiati nella mattinata del 7 marzo. Sui parabrezza delle loro auto è stato trovato lo stesso volantino distribuito ai residenti milanesi. Questa forma di protesta ha certamente suscitato l’ira di molti cittadini, che si sono ritrovati impossibilitati ad utilizzare le proprie auto per recarsi al lavoro o accompagnare i figli a scuola. Ma ha anche sicuramente dato visibilità al gruppo di attivisti. Al momento della stesura di questo testo, il loro sito web risulta infatti irraggiungibile a causa dell’enorme afflusso di traffico.