Uscire dalla crisi? Ecco una ricetta che farebbe inorridire i neoliberali

Pubblicato il 19 Agosto 2012 - 06:30 OLTRE 6 MESI FA

“Prima la crisi e poi le politiche recessive adottate da tutti i governi, compreso quello italiano, hanno avuto la conseguenza fondamentale di far aumentare la disoccupazione e questa provoca la caduta del Pil. Si tratta del più scandaloso spreco che si possa immaginare. Secondo l’Ilo, rispetto al 2007 sono andati perduti circa 50 milioni di posti di lavoro e ci vorranno circa 20 anni per recuperarli. Ma nel frattempo occorrerà creare posti per le nuove generazioni. Tornando alla crisi, si sono sommati due fattori: la componente finanziaria e quella dell’econo mia reale”.

“Ma al grosso buco della disoccupazione che fa cadere il Pil si aggiunge il contributo dei tagli alla spesa pubblica. La crisi ha avviato il processo recessivo e poi si sono tagliate le gambe ai fattori di produzione, in particolare al lavoro. Se guardiamo alla situazione di Italia, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti osserviamo che è semplicemente catastrofica. La politica degli stimoli fiscali non è servita a nulla, anche negli Stati Uniti. Lo Stato ha infatti “pompato” circa 750 miliardi di dollari nell’economia per creare 5 o 6 milioni di posti di lavoro. Ne ha creati meno di 2 milioni”.

“L’occupazione bisogna crearla, invece, in modo diretto o indiretto ma creando occupazione utile. Si pensi ai cassintegrati, che ricevono circa 7-800 euro al mese, con cui è impossibile vivere, per non fare nulla. Lo Stato potrebbe aggiungere 400-450 euro e propone ai cassintegrati progetti di lavoro utili (scuola, risanamento ambientale, etc.). Per l’ideologia neoliberale sarebbe un’aberrazione, ma creare lavoro è un immenso motore per far ripartire il Paese”.

Luciano Gallino su Il Fatto Quotidiano dell’8 Agosto 2012