Roberto Saviano compone “l’Ode ai cappelli”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Marzo 2014 - 15:43 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Roberto Saviano ha postato su Facebook e Twitter una sua personale “Ode ai cappelli”:

“Sono grato ai cappelli, li sento amici. Solitari, individualisti, coprono e proteggono senza avere l’aria di chi si sta prodigando. Per vento o distrazione, non sono mai loro ad abbandonare, ma vengono costretti a lasciare il proprio compito.
Sono grato ai cappelli, mi sento sempre difeso da loro, per la loro presenza, come fosse compagnia costante pronta a intervenire qualora d’intorno minaccia di freddo o di essere umano venga a insidiare serenità.
Sotto un cappello ben calzato, riesco sempre a sentirmi invisibile”.

Questa era la versione per Facebook, più lunga. Su Twitter Saviano taglia l’ode così:

“Sono grato ai cappelli, amici solitari. Coprono e proteggono senza avere l’aria di chi si sta prodigando”.

Tanti i commenti, non di rado sarcastici, come quello dell’utente Twitter Satirfiction:

“Brutta cosa la calvizie.”

In realtà non è la calvizie il problema. Il link da fare con “l’Ode ai cappelli” è la confessione di Saviano al Pais di una quarantina di giorni fa, quando ha ammesso che Gomorra gli ha rovinato la vita:

“Non posso fare niente nella mia vita senza chiedere il permesso. Non posso partire quando voglio, non posso uscire con le persone che amo senza che queste debbano nascondersi per il timore di subire ritorsioni. A volte mi chiedo se finirò in un ospedale psichiatrico. Io ora ho bisogno di psicofarmaci per andare avanti e non ne avevo mai avuto bisogno prima. Non ne abuso ma di tanto in tanto ne ho bisogno. E questa cosa non mi piace. Quindi speriamo che finirà un giorno”