“Afghanistan, la morte è nascosta sotto ogni pietra”. Mimmo Candito su ‘La Stampa’

Pubblicato il 1 Marzo 2011 - 14:44 OLTRE 6 MESI FA

AFGHANISTAN – In Afghanistan per Mimmo Candito la morte è nascosta sotto ogni pietra. Nella sua terza puntata da inviato tra i militari italiani il giornalista de La Stampa racconta la paura, l’incognita quotidiana.

“«Maledetti ’sti Ied…», sbuffa accanto a me il caporale degli alpini, che è sì un alpino ma anche è napoletano, la parlata forte e dolce.Siamo in cinque e stretti come frittelle dentro l’armatura corazzata del Lince, bardati – lui, e i suoi commilitoni della Julia – nelle loro uniformi mimetiche, il giubbotto antiproiettile, il mitra, i caricatori sul petto, l’elmo legato sotto il mento, e il foulard al collo che pare quello d’un film dei marines. Andiamo in colonna a passo d’uomo, con una lentezza spossante, mentre questo macchinone balla come un dondolo impazzito sulla pista di terra e di pietre, e noi con lui. «’Sti maledetti Ied». Lo dici in inglese anche se sei napoletano perché questa è una guerra moderna, che parla inglese, e i soldati sì che ti guardano strano se tu tenti di dirgli che però no, non è una guerra, che loro stanno lì a fare la pace”, racconta.

L’Afghanistan è un inganno, una fonte di panico, un paese polveriera, in cui quotidianamente si lotta tra la vita e la morte: “Aspettano che passi il Lince, e così lo fanno saltare in aria che qualche volta uno ci muore dentro. In questi nove anni d’una guerra che guai a chiamarla guerra, non è che sia cambiato granché, perché ancora si combatte come quando Bush era Presidente e la guerra la chiamava «Oef», Operazione Enduring Freedom. Ma quello che certamente è cambiato sono gli Ied, che si chiamano ancora con quel loro nome che dice d’una roba messa su alla buona e invece, poco alla volta, i rivoltosi li hanno adattati con tutte le diavolerie dell’elettronica. Dagli iraniani hanno imparato le tecniche più sofisticate, e sfruttano la «asimmetria» in una tattica che rovescia la superiorità letale delle armi della Coalizione. Però, nemmeno la Coalizione è rimasta al tempo dell’Oef”.