Carni rosse fanno cancro!? Sì, quello dell’untore ignorante

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 26 Ottobre 2015 - 15:41 OLTRE 6 MESI FA
Carni rosse fanno cancro!? Sì, quello dell'untore ignorante

Carni rosse fanno cancro!? Sì, quello dell’untore ignorante

ROMA – “Nessuno si sogna di vietare il consumo di carne…” dice Carmine Pinto che è oncologo, anzi professore, anzi al vertice di un Istituto italiano per la ricerca sul cancro. Nessuno si sogna..? Eccolo chi si sogna, anzi mette in atto: l’italico Codacons che chiede al ministro della Salute e al giudice Guariniello (hai visto mai?) di vietare sul territorio nazionale la vendita di carni rosse. Che ingenuo l’oncologo, il professore, lo scienziato. Non ha tenuto conto della impressionante, ormai devastante, capacità di crescita e divulgazione, del carattere pandemico e insieme virulento di altra patologia, altra metastasi: quella dell’untore ignorante.

Succede che, su indicazione dell’ Istituto internazionale per la ricerca sul cancro l’Oms, organizzazione mondiale della Sanità, abbia comunicato l’esito di studi scientifici che collocano le carni rosse salate, lavorate, insaccate, affumicate nell’elenco delle sostanze, in questo caso alimenti, che sicuramente favoriscono l’insorgere di alcuni tumori quali quelli al colon, stomaco ma anche pancreas e prostata. Le stesse organizzazioni che firmano gli studi e danno la notizia ovviamente aggiungono che questo non significa un rapporto diretto e immediato tra l’assunzione di un cibo e l’insorgenza del cancro, come fosse un qualche veleno.

Ovviamente Kurt Straif, che è il capo dell’Istituto che ha condotto gli studi avverte e sottolinea che dipende dai fattori concomitanti, che dipende enormemente dalla quantità di carne assunta in decenni e che la carne è alimento ad “alto valore nutrizionale” e che mai e poi mai può essere bandita da una dieta sana ed equilibrata. I ricercatori sul cancro, quelli, proprio quelli che dicono che una super alimentazioni a base di eccesso di hot dog, hamburger e wurstel aiuta, causa l’insorgenza di alcuni tumori, spiegano ovviamente che l’equazione carne uguale cancro è sballata e pericolosa.

Ovviamente…quell’ovviamente di cui la falange, legione, alluvione di ignoranza pigra e prona non si cura. Troppa fatica leggere la seconda riga del rapporto, quella dove in sostanza si spiega che troppa carne fa male e non la carne fa male. Figurarsi la terza riga, quella dove si distingue tra carni rosse lavorate, essiccate etc…e carne rossa quale ad esempio la bistecca o la fettina…La terza riga dice che di queste carni il consumo ottimale e di una/due volte a settimana. Come la mettiamo cari untori ignoranti? Quelli a cui voi mettete in bocca la carne uguale cancro che consigliano una bistecca e mezza a settimana?

Una seria e lunga ricerca scientifica documenta quel che è già noto in medicina ma anche già assodato dal senso comune: troppi insaccati danneggiano la salute, troppa carne rossa favorisce insorgenza di malattie. Le carni trattate se costituiscono un pilastro della dieta sono legate all’insorgere di tumori, per le carni rosse la certezza di questo legame non c’è e comunque in dosaggi e cotture adeguati e ragionevoli non costituiscono pericolo. Altrimenti come farebbero i mongoli ad avere le minori percentuali di cancro con una dieta a base di yak, il loro bovino?

Ma la differenza tra scienza e ammuina, tra empirica verifica e urla dal balcone, tra responsabile informazione e irresponsabile sceneggiata è ormai quasi del tutto smarrita. Si titola allegramente carni rosse uguale cancro, si lancia un giorno qualsiasi l’allarme mondiale sulla pestilenza alimentare che ci sta tutti annientando e poi 24 ore dopo ce lo si dimentica, si fa finta di nulla e si parla d’altro. In questo sguaiato, scomposto e irresponsabile agitarsi i Codacons all’italiana sono in fondo solo comparse che tentano di imitare i primi attori. Non sono i Codacons i primi attori, né i registi, né gli sceneggiatori. L’untore ignorante, quello che non sa la peste da dove viene e giura venga dall’aria o dal fiato del diavolo che impesta l’aria, quell’untore lì è ciascuno di noi. Ciascuno di noi da quando ha smesso di credere che per parlare, agire, temere, sperare, chiedere…occorra sempre e comunque sapere. Ciascuno di noi che scansa come fosse la peste la fatica e l’umiltà che il sapere, anche un po’, sempre comporta.