Le hostess italiane di Gheddafi pronte a una manifestazione pro-raìs

di Dini Casali
Pubblicato il 21 Marzo 2011 - 12:26 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Ogni tragedia che si rispetti si trascina sempre un corollario farsesco e la Libia non fa eccezione. Chi non ricorda le hostess italiane ammaestrate per rendere più confortevole la visita di Gheddafi a Roma? Ebbene, anche il sito “Hostessweb.it ” scopre una vocazione anti-imperialista e offre tutta la sua solidarietà a Gheddafi. Sabato prossimo, per esempio, si può rispondere al suo appello e sfilare sotto le insegne di Hostessweb.it  per una grande manifestazione. “Avrà le sue colpe, ma Gheddafi non è un tiranno, fa solo gli interessi del suo paese”: questa è la posizione ufficiale dell’inedito gruppo di pressione, riassunta dalla portavoce albanese Rea Beko, una delle tante ragazze folgorate dalla predicazione del colonnello e convertitesi seduta stante all’islamismo. Il fondatore del sito, Alessandro Londero si dice “indignato dal comportamento degli Stati Uniti, che usano una scusa vergognosa per colonizzare nuovamente un Paese amico”.

A esser sinceri, e senza sminuire le opinioni di nessuno, urge una domanda: ma cosa gli fa Gheddafi alle donne? Possibile che un solo corso accelerato di Corano tenuto nel febbraio 2009 a 500 ragazze istruite per applaudire e prendere appunti, abbia prodotto tanto zelo umanitario? Insieme a Rea si possono citare Miriam, Francesca, Valentina, tutte ragazze ospitate in Libia con il privilegio di essere accompagnate da un anfitrione d’eccezione, il Colonnello in persona. Un viaggio così non si dimentica: “Siamo state trattate come regine, con un rispetto enorme della nostra femminilità”.

Quando è così, alziamo le mani. Resta però qualche dubbio. Posto che il raìs non abbia potuto rispettare la femminilità del fondatore di Hostessweb.it, quali altri debiti spirituali legano il presunto dittatore e il noto procacciatore telematico di giovani ragazze, belle, eleganti ed educate?