Renzi, in banca 30mila euro e stipendio 5mila. Se è vero…

di Lucio Fero
Pubblicato il 10 Agosto 2016 - 13:38 OLTRE 6 MESI FA
Renzi, in banca 30mila euro e stipendio 5mila. Se è vero...

Renzi, in banca 30mila euro e stipendio 5mila. Se è vero… (foto Ansa)

ROMA – Renzi, Matteo Renzi presidente del Consiglio ai margini ma non tanto di una giornata di interviste ha detto: “In banca ho 30mila euro e guadagno più o meno come da sindaco”. Cioè, traduciamo noi, uno stipendio mensile da cinquemila euro netti o poco più. E’ vero, davvero il capo del governo ha in banca solo e soltanto quel che ha, può avere un impiegato, un operaio, insomma un lavoratore a reddito medio-basso? E davvero i redditi reali di un capo del governo si limitano a cinque/seimila di stipendio? Che questo sia lo stipendio è vero (sono i parlamentari in Italia a guadagnare molto più dei ministri). Ma solo questo è il reddito di uno che fa il capo del governo?

Ci si può credere o no, andrebbero fatte verifiche. E anche di fronte agli esiti delle verifiche milioni di italiani non sarebbero disposti a credere alle verifiche stesse. Anche risultasse un solo conto in banca da soli 30 mila euro, anche risultasse per Renzi nessun altro reddito tranne lo stipendio da ministro, milioni e milioni di italiani non crederebbero alla banca, agli ispettori, neanche a San Pietro che scendesse in terra e giurasse che è vero pro Renzi. E i conti nascosti e i redditi intestati a prestanome? Non ci sono, non si vedono. Ecco, siccome non si vedono vuol dire che ci sono, milioni ragionerebbero così.

Quindi la questione è solo fino a un certo punto se è vero oppure no. La questione intrigante e il come e il perché, fosse anche vero, la circostanza non frutta a Matteo Renzi quel che frutta ad altri. Esponenti politici che si autotagliano un paio di molle al mese (restando abbondantemente sopra i 5/6mila in portafoglio ogni 30 giorni) vengono dalla pubblica opinione aureolati, santificati. Politici dal grosso conto in banca vengono criminalizzati, guardati con sospetto. Quindi, se non hai un euro o giù di lì, dovresti essere investito da aprioristica simpatia in questo mondo catto-dipietresco-pentastellato in cui il denaro è sterco del demonio e soprattutto della Casta.

Invece Renzi no, Renzi fosse anche vero che non arricchisce a fare il politico resta indigesto e antipatico. Perché? Perché è indigesto e antipatico. Anche quando dice la verità. Ad esempio su D’Alema che “avesse impiegato un decimo delle energie che spese contro Prodi e Veltroni…”. Ad esempio sulla minoranza Pd che se ne frega del mondo, che perisca pur che la minoranza possa riprendersi il Pd. Ad esempio su qualche tassa in meno, quella sulla prima casa, sparita e poco manca la cosa sia addebitata a Renzi come una colpa. Ad esempio sul mezzo milione di contratti di lavoro a tempo indeterminato che prima non c’erano e la cosa, siccome va ascritta al governo Renzi, fa infuriare, inorridire i sindacati.

Renzi contro cui grandi e innumerevoli pezzi d’Italia (M5s, Cgil, un po’ di Pd, Forza Italia, Lega, Sinistra Italiana, Casa Pound, Centri Sociali…) e pezzi di società italiana da Renzi disturbati (pubblici amministratori, pubblici dipendenti, in generale i distributori e destinatari di pubblico denaro) più tutti i gruppi eternamente dolenti e postulanti stanno organizzando un bel referendum a novembre. Possibile che lo vincano e spezzino dunque le reni a Renzi. L’antipatico e indigesto può essere mandato a casa presto, anche fosse stato vero che diceva la verità, non tanto sui suoi conti in banca e redditi reali, quanto su quelli di milioni e milioni di italiani.