Soldi contanti quota 3.000, soffio libertà o regalo evasori?

di Lucio Fero
Pubblicato il 14 Ottobre 2015 - 14:53 OLTRE 6 MESI FA
Soldi contanti quota 3.000, soffio libertà o regalo evasori?

Foto d’archivio

ROMA – Sinistra politica, diciamo così, tradizionale. Quella da Vendola a Bersani e arrivando fino a Vincenzo Visco. Sinistra politica tradizionale e Cgil Camusso in testa e Uil. E organizzazioni varie di consumatori. E acuti osservatori, giornalisti intelligenti alla Massimo Gramellini e qualche economista in realtà un po’ tirato per la giacca. Eccolo il robusto schieramento che dice, sostiene e anche grida come ridare libertà di contante fino a tremila euro sia regalo all’evasione fiscale, strizzata d’occhio alle mille e mille attività in nero e ai milioni di italiani che le praticano, sale sulla ferita di un paese come l’Italia che detiene il podio continentale dell’evasione fiscale (non fosse per la Grecia sarebbe primato).

Governo, Matteo Renzi in testa, e Pd diciamo così innovativo. Insomma tutti quelli nel Pd che si sono stufati di essere identificati con il partito delle tasse e con la politica del tassa e spendi. E Confesercenti e Confcommercio e Ncd e quel che resta di Scelta Civica e, a denti stretti, quel che resta del berlusconismo e quel che arriva del MoVimento Cinque Stelle (non possono approvare, neanche possono condannare). Ed economisti, anche questi tirati per la giacca ma dall’altra parte e un bel po’ di opinionisti e giornalisti. Eccolo lo schieramento non meno robusto che dice, sostiene e saluta la possibilità di pagare cash fini a tremila euro come un soffio, un refolo di libertà economica e anche civile.

I due schieramenti si guardano in cagnesco e reciprocamente disperano sulla disponibilità altrui a ragionare. Chi ha ragione? Tutti e due, hanno ragione tutti e due gli schieramenti e questo non è Salomone a sentenziare ma la realtà italiana a sancire.

Ha ragione chi dice che contante libero fino a tremila euro è una facilitazione indubbia per chi mai o quasi mai ti fa una fattura in cambio di prestazione artigianale o professionale. Artigiani e professionisti che già abbondantemente occultano i pagamenti che ricevono potranno farlo con più agio. Ha ragione chi dice, anzi domanda: scusate, perché i commercianti e gli esercenti plaudono e dicono che così si venderà di più…qual è per loro la differenza tra un pagamento bancomat o carta e un pagamento cash? Al di là dell’alibi, consistente ma non assolvente, dei costi di bancomat e carta, la differenza è nel più nero che si può fare incassando contanti. Quasi lo confessano…

Ma ha ragione anche chi argomenta, spiega e pungola. Oggi il fisco ha a disposizione se vuole e se sa tutti i movimenti bancari di ciascuno e tutti i redditi dichiarati di ciascuno. Se vuole vedere discrepanze tra l’una e l’altra grandezza ha occhi per vedere. Da lontano e con precisione. Occhi buoni. Senza bisogno di tenere a guinzaglio le banconote. Se poi non vuole o non sa vedere, non sarà il limite al contante certo la telecamera artificiale. Ha ragione chi dice che mille euro e stop sono un messaggio da tempo di guerra o quasi in economia e che portare il limite a tremila è dire che il peggio è passato.

Perché, e qui ancora una volta hanno ragione entrambi gli schieramenti, il limite al contante è un messaggio e una bandiera politica, molto prima che economica o fiscale. Con Berlusconi il limite era a 12.500 euro. Poi calò a 5.000. Quindi di nuovo a 12.500. Con Monti a 1.000 euro. Politicamente ovvio che Renzi voglia portarlo a 3.000 euro. Quella cifra non è tanto la frontiera oscillante e incerta della tolleranza del nero. E’ invece il “verso” che un governo dà, la tonalità della musica che suona. E Renzi suona la musica che la mezzanotte è passata e spunta l’alba di un nuovo sole. ed è vero. Come è vero che nella lunga notte si è fatta carne di porco che nessun raggio di sole di per sé cancella o emenda. Tremila euro di cash libero non è evasori di tutta Italia ricomincia la festa, però la festa del nero in Italia non è mai finita.