Iran, Italia: diplomazia del calcio da spiaggia. Beach soccer come ping pong?

di Pino Nicotri
Pubblicato il 3 Settembre 2013 - 07:09 OLTRE 6 MESI FA
Iran, Italia: diplomazia del calcio da spiaggia. Beach soccer come ping pong?

Hassan Rohani, presidente dell’Iran, apertura verso occidente

L’incontro di ping pong tra il campione cinese Zhuang Zedong e l’americano Glenn Cowan in Giappone, nel 1971, cioè in piena epoca di Guerra Fredda, mise in moto la “diplomazia del ping pong” fra Cina e Stati Uniti, aprendo le porte al viaggio nella Cina comunista del presidente Usa Richard Nixon nell’aprile dell’anno successivo e approdando infine alla normalizzazione delle relazioni tra i due grandi Paesi nel 1979.

Fra Italia e Iran forse il posto della pallina di ping pong sarà preso dal pallone, quello del calcio. A cominciare dal beach soccer, come si chiama in gergo il calcio da spiaggia, il cui campo è cioè costituito dalla sabbia e le cui squadre sono composte da 5 giocatori a testa in campo e 5 e a volte 7 in panchina.

Il 27 e il 28 agosto si sono infatti incontrate in due partite amichevoli nello stadio Takhti di Teheran, per l’occasione con il campo da gioco ricoperto di sabbia, la nazionale italiana e quella iraniana di beach soccer. Gli iraniani detengono il titolo di campione asiatico della specialità . Grande entusiasmo del pubblico e dei nostri giocatori, che però hanno perso entrambe le partite: 5 a 3 la prima e 7 a 3 la seconda. Le gare sono servite alla nazionale iraniana come preparazione in vista dei prossimi mondiali di Papeete, per i quali l’Italia non è riuscita a qualificarsi. Il caso vuole che la bandiera iraniana sia un tricolore a strisce – verde, bianco e rosso – identico a quello della bandiera italiana, anche se le strisce sono orizzontali anziché verticali, perciò lo sventolio delle bandiere dei tifosi ha finito col creare qualche simpatica confusione.

“L’anno scorso i dirigenti delle federazioni italiana e iraniana del calcio hanno firmato a Roma un accordo per fare incontrare anche le squadre nazionali di calcio diciamo classico, quello cioè che attinge i giocatori dalle squadre di serie A”,

annuncia appena rientrato da Teheran Alessandro Lulli, 30 anni anni alla Federazione Italiana Gioco Calcio e ora dirigente del Club Italia, che si occupa delle squadre italiane di tutti i tipi di calcio.

Il paziente tessitore degli accordi tra Iran e Italia che dovrebbero far svolgere al pallone da calcio il ruolo che ebbe la pallina del ping pong tra Usa e Cina è l’architetto iraniano Abdolreza Mir Fakhraei, che s’è stabilito da anni a Verona, dove dirige il Centro Italo Iraniano di Cooperazione Culturale ed Economica (CICE). Facilitato dal cambio del presidente in Iran, dove il rigido e nazionalista Ahmadinejad è stato sostituito da Hassan Rohani, più pragmatico e desideroso di dialogare con l’Occidente, Abdolreza ha portato a termine gli accordi per altre due iniziative, che ci annuncia in anteprima:

“Dal 3 gennaio avrà inizio a Teheran il Festival Internazionale dei Film Poster e la Conferenza Archeologica Italo Iraniana con il patrocinio della ambasciata italiana”.