Equitalia ed Imu, con due bluff Alemanno recupera

di Riccardo Galli
Pubblicato il 3 Maggio 2013 - 15:38| Aggiornato il 8 Marzo 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La rimonta che non ti aspetti. Il sindaco, che sembrava l’outsider della prossima tornata elettorale, che torna a sperare e “vedere” almeno il ballottaggio. E’ la storia di Gianni Alemanno, sindaco capitolino che, grazie a due cavalli di battaglia tanto efficaci quanto in realtà inconsistenti, sta tentando di emulare il clamoroso recupero del Pdl alle ultime politiche. Dato per spacciato alla vigilia, quasi morto politicamente, invotabile, e poi buon secondo all’apertura delle urne. Magari non rieletto ma certo non umiliato, anzi. Via l’Imu ai romani e fuori Equitalia dalla capitale, questi gli slogan che stanno riportando il sindaco in carica in corsa. Due grandi classici delle campagne elettorali, due bugie, o due mezze verità, che all’elettore italiano non dispiacciono mai.

Sembrava e doveva essere una questione a due, tra il Pd e Grillo, la corsa al Campidoglio. Il sindaco uscente Alemanno sembrava sino a non molto tempo fa, anzi non sembrava, era assolutamente considerato fuori corsa, privo di ogni possibilità non solo di vestire la fascia tricolore per un secondo mandato, ma persino di arrivare al ballottaggio. Colpa certo delle difficoltà del suo partito e del centrodestra a livello nazionale ma, in più, con una zavorra personale fatta di un governo della città che mai ha soddisfatto i romani. Si portava infatti in dote Alemanno dai precedenti anni di governo per lo più brutti ricordi e storie da non raccontare, come quella dei camerati e dei parenti assunti a destra e a manca, come quella delle tangenti per i filobus e l’immagine di una città lasciata a se stessa, abbandonata, dove quando il manto stradale cede e si crea una buca la soluzione è mettere una transenna e chi si è visto si è visto. Un background politico nazionale e un curriculum da sindaco che lo facevano terzo certo nella competizione elettorale di fine maggio.

Ma se Silvio Berlusconi, altrettanto dato per spacciato alle politiche è riuscito forse non a vincere, ma sicuramente a non uscirne perdente, perché non provare a seguirne l’esempio avrà pensato il sindaco capitolino. Il Cavaliere ha promesso la restituzione e la cancellazione dell’Imu, e Alemanno per seguire le orme del Capo e cercare di bissarne il risultato non ha voluto essere da meno: via l’Imu ai romani e comunque a tutti i cittadini con un reddito inferiore ai 15 mila euro. Il Cavaliere aveva garantito lo stop ad un’Equitalia vampira, a Alemanno ha annunciato che dal 1 luglio Equitalia non opererà più nella capitale.

Berlusconi con questi slogan ha rischiato di tornare a palazzo Chigi, e comunque ci ha fatto tornare, per quanto da vice, il “suo” Angelino Alfano. Temi cari, carissimi quelli della tassa sulla casa e della riscossione fiscale agli italiani e, di conseguenza, anche ai romani. Così, con due semplici spot, con due feticci elettorali, dall’oblio Alemanno nell’ultimo sondaggio pubblicato da Repubblica è arrivato al ballottaggio. Il candidato del Pd Ignazio Marino è dato al 35%, Alemanno al 31% e il grillino Marcello De Vito solo al 26% e quindi fuori dallo “spareggio”. Merito si fa per dire anche degli altri concorrenti, con il M5S dato quasi ovunque in leggero calo rispetto alle politiche, punito probabilmente dagli elettori per il suo atteggiamento intransigente e di assoluta chiusura ad ogni forma di dialogo, e con il Pd che definire in crisi risulta gentile. In più, nel centrosinistra, il candidato Marino sembra aver scelto una linea gauchista, non particolarmente efficace in campagna elettorale.

Ma gli slogan, i grimaldelli con cui il sindaco uscente sta scardinando quelle che erano le certezze pre elettorali, sono in realtà delle mezze menzogne. Togliere l’Imu solo in una città è ovviamente una cosa impossibile, una pubblicità che non ha alcuna possibilità di divenir realtà. Eliminarla per chi guadagna meno di 15 mila euro annui è una promessa che altri manterranno al posto di Alemanno. Visto l’annuncio del premier Enrico Letta, e considerata la posizione del Pdl, è infatti una quasi certezza che l’attuale esecutivo modificherà l’Imu e l’alleggerirà di molto.

Su Equitalia poi la farsa è ancor più smaccata. In pompa magna il sindaco uscente ha annunciato che da luglio Roma farà da sé. E sai che bravura, era già previsto. Anche se questo Alemanno ha omesso di dirlo. Chi ha un pizzico di memoria ricorderà infatti che la stessa Equitalia da tempo ha chiesto di non riscuotere più crediti per i Comuni. Troppo inefficienti questi. Per questo e non solo si era stabilito che dal 1 gennaio 2013 l’ente di riscossione cessasse le sue attività e che queste tornassero ai comuni o ad altri soggetti dai comuni scelti. La amministrazioni locali risultarono però talmente incapaci di cambiare che il governo quasi pregò Equitalia di restare sino al 1 luglio 2013. Ora, a maggio, Alemanno ha promesso che da luglio Equitalia lascerà Roma. Se Berlusconi ce l’ha fatta, anche Alemanno può sperare.