Referendum euro, addio soldi ai partiti… programma di Grillo contro “Rigor Montis”

di Salvatore Gatti
Pubblicato il 25 Gennaio 2013 - 08:12| Aggiornato il 6 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

GENOVA – Giuseppe Piero Grillo, in arte Beppe. Nasce a Genova il 21 luglio del 1948: ha sessantaquattro anni. Attore, contestatore di assemblee di grandi società, blogger, ora uomo politico di successo. Il suo blog è tra i più noti e frequentati d’Italia. Il 4 ottobre 2009 da vita al Movimento 5 stelle. Fino a poco fa era re nei sondaggi. Ora è un po’ in calo.

Il sondaggio del Tg3 del 21 gennaio di quest’anno gli attribuisce il 13,3 per cento dei consensi quello del Tg7 il 12,8; il suo movimento è al quarto posto tra i big. Si è diplomato in ragioneria e ha studiato economia e commercio, che gli ha dato conoscenze sufficienti per portare il vento della ribellione nelle assemblee societarie.

Oramai è un blogger famoso in molte nazioni. E fustiga senza timori reverenziali tutti e tutto. In particolare, anni fa, ha terrorizzato la Stet. Ora punta a portare in Parlamento un numero sufficiente di “grillini”, come si chiamano i suoi seguaci, da creare non pochi problemi. E la sua furia iconoclasta (lui non può essere eletto perché condannato con sentenza definitiva) , attraverso i suoi grillini, tempesterà Camera e Senato.

Ma qual è il suo programma? I sedici stringatissimi punti dell’Agenda Grillo, che contrappone a quella di Mario Monti. Eccola, esattamente come la presenta lui.

1– Legge anticorruzione

2– Reddito di cittadinanza

3– Abolizione dei contributi pubblici ai partiti

4– Abolizione immediata dei finanziamenti diretti e indiretti ai giornali

5– Introduzione del referendum propositivo e senza quorum

6– Referendum sulla permanenza nell’euro

7– Obbligatorietà della discussione di ogni legge di iniziativa popolare in Parlamento con voto palese

8– Una sola rete televisiva pubblica, senza pubblicità, indipendente dai partiti

9– Elezione diretta dei candidati alla Camera e al Senato

10-Istituzione di un politometro per la verifica di arricchimenti illeciti da arte della classe politica negli ultimi vent’anni

11-Massimo di due mandati elettivi

12-Legge sul conflitto d’interesse

13-Misure immediate per il rilancio della piccola e media impresa sul modello francese

14-Ripristino dei fondi tagliati alla Sanità e alla Scuola pubblica con tagli alle Grandi Opere inutili come la Tav

15-Informatizzazione e semplificazione dello Stato

16-Accesso gratuito alla Rete per cittadinanza

Questo e altro ancora nel futuro degli italiani, dice sempre Grillo. Si volta pagina. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

E del suo nemico, Mario Monti, da lui ribattezzato “Rigor Montis”, che dice?

“Che è un presuntuoso che non ammette lo sfascio economico di cui è diretto responsabile”.

E lui , che dice del suo clamoroso errore, aver aperto ai fascisti di Casa Pound?

“Nessuna apertura. Tutte balle. Però, se un ragazzo di Casa Pound vuole entrare a far parte del Movimento, io non vedo problemi”. E questo sarebbe “nessuna apertura”? Poi precisa: “Ho detto e ribadisco che il movimento non è ideologico, è un movimento al quale chiunque non sia iscritto a un partito e accetti il suo programma, può iscriversi”. Anche se è un fascista? “Il movimento è ecumenico”.

Ma il suo caro amico Jacopo Fo, in una lettera accorata nella quale gli dice “Caro Beppe, i fascisti no”, lo inchioda alle sue responsabilità con dovizia di argomenti. E nel movimento c’è molto scontento.

Non soddisfatto della sua apertura ai fascisti, Grillo ha tuonato, poco dopo: “Eliminiamo i sindacati che sono una struttura vecchia come i partiti. Non c’è più bisogno dei sindacati. Voglio uno Stato con le palle”. Cgil, Cisl e Uil si sono ribellati: “Senza di noi non c’è democrazia”. “I soli sindacati che stimo sono la Fiom e i Cobas”, ha ribattuto Grillo.

Tutto lecito, certo, i fascisti, la Fiom e i Cobas. Ma questa è una linea che condanna Grillo all’auto-emarginazione. E che condanna anche i suoi 16 punti all’irrilevanza politica.