Sorpassati dalla storia

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 25 Settembre 2014 - 08:00 OLTRE 6 MESI FA
Susanna Camusso

Susanna Camusso

ROMA – Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo anche su Uomini & Business col titolo “Sorpassati dalla storia”.

Mentre a Roma, nelle sedi della politica e del sindacato, prosegue il braccio di ferro intorno all’articolo 18, in giro per l’Italia (ad esempio alla Ducati di Bologna) sindacati e lavoratori firmano per lavorare anche alla domenica (in cambio di un bel po’ di soldi). E’ difficile non notare un contrasto stridente: il mondo va in una direzione, a dispetto dei sindacati, della minoranza del Pd e di quanti altri sono saliti sulla barricata dell’articolo 18.

Qualche tempo fa persino un uomo certamente di sinistra (anche se un po’ disastroso) come Fausto Bertinotti ha detto che la Cgil, ad esempio aveva sbagliato nel non ritirare volontariamente i suoi dirigenti che risultavano in permesso sindacale, ma che erano pagati dalla pubblica amministrazione: in tempi di austerità e di difficoltà il sindacato avrebbe dovuto farsi avanti per primo. Invece ha aspettato che Renzi lo imponesse, e poi ha pure protestato.

La battaglia intorno all’articolo 18 ha un po’ lo stesso sapore di grave ritardo rispetto alla storia. E, comunque la si pensi, non è il vero problema e nemmeno la minaccia più grande per il sindacato.

La minaccia grave per il sindacato è quello che sta avvenendo ad esempio a Bologna e altrove: lasciando perdere tutti i grandi dibattiti nazionali, politici e quasi filosofici, i lavoratori (dove c’è lavoro) puntano a prenderselo senza fare tante storie e a farsi pagare. Come è giusto che sia.

Poiché stiamo andando (anzi, ci siamo già) verso un’economia che presenterà profonde differenze da settore a settore, da area geografica a area geografica, se il sindacato non cambia strada in fretta rischia di vedere che “sotto di lui” il mondo del lavoro si organizzerà e contratterà le proprie retribuzioni. E rischia, quindi, come in parte sta già accadendo, e come Renzi sembra aver capito benissimo, l’irrilevanza.

I tempi in cui i governi non osavano emanare nemmeno un decreto sul prezzo del pesce senza consultare prima i sindacati sono finiti. E quindi anche il tempo dei sindacati “quasi partiti”.

Adesso, bisogna ritornare sul territorio e cercare, dove si può, di strappare condizioni di vita e salari migliori. Altrimenti la gente farà per conto proprio, città per città, fabbrica per fabbrica.