Università di Yale, ricercatrice italiana molestata dal professore

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Novembre 2014 - 10:13 OLTRE 6 MESI FA
L'università di Yale

L’università di Yale

ROMA – Scandalo a Yale: una donna, una ricercatrice italiana, ha rifiutato le avance del preside del dipartimento di Cardiologia e lui si è vendicato con diverse ritorsioni arrivando anche a bloccare la carriera accademica del fidanzato. Questa la notizia pubblicata in prima pagina sul New York Times e che ha scatenato una bufera sui dirigenti dell’Università colpevoli, secondo il giornale americano, di non aver preso i giusti provvedimenti.

Tutto è cominciato con una lettera scritta in un italiano dal preside del dipartimento di Cardiologia: “Voglio baciarti sulle labbra in Liguria”. La lettera era indirizzata ad Annarita Di Lorenzo, una ricercatrice italiana di 18 anni più giovane di lui. E ancora: “Voglio baciarti in ogni parte del corpo, in ogni continente e in ogni città del mondo”.

Secondo il New York Times – scrive Arturo Zampaglione di Repubblica – che ieri ha pubblicato in prima pagina una ricostruzione della vicenda, quando la Di Lorenzo ricevette nel febbraio del 2010 la lettera del preside, Michael Simons gli fece subito sapere che non era affatto gradita: anzi, la considerava offensiva, non fosse altro perché lui era sposato e lei era fidanzata, tra l’altro con un cardiologo della stessa facoltà, Frank Giordano. Ma non servì a nulla: il preside le rispose che aveva scelto “l’uomo sbagliato”, mentre lui le prometteva un futuro brillante e di aprirle “il mondo della scienza”.

Simons fece poi di peggio, mettendo i bastoni tra le ruote a Giordano, che era un suo collaboratore.

La Di Lorenzo, che nel 2011 si era trasferita all’università di Cornell, mentre Giordano, poi diventato suo marito, era rimasto a Yale, si era rivolta a un’apposita commissione sulle infrazioni di natura sessuale.

L’indagine ha confermato le accuse al capo del dipartimento, chiedendo che gli fosse tolto l’incarico e venisse allontanato per 5 anni da ogni responsabilità amministrativa. Ma il rettore di Yale, Ben Polak, si è limitato a una sospensione di 18 mesi: forse per non mettere in pericolo i milioni di dollari di finanziamenti che Simons otteneva per le ricerche. “La vicenda è un campanello d’allarme”, ha scritto un gruppo di docenti-donne al presidente di Yale, Peter Salovey. “Non c’è trasparenza, né onestà, né un clima favorevole alle donne”.