Barcellona, abolizione corrida: le ragioni della lobby “taurina”

Pubblicato il 16 Dicembre 2009 - 18:49 OLTRE 6 MESI FA

David Perez e l’uomo che forse più di tutti in questi giorni potrebbe salvare la corrida in Catalogna dall’iniziativa popolare abolizionista, che potrebbe rendere illegale una tradizione che rimonta al XV secolo.

Perez, capogruppo socialista al parlamento catalano, difenderà venerdì 18 dicembre una mozione di censura alla proposta di abolizione, ed è anche il politico più attivo in difesa delle posizioni “taurine”. Perez riconosce che i veri “aficionados”, gli appassionati della corrida sono ormai minoranza in Catalogna come in Spagna ma proprio per questo sostiene che la festa taurina non venga proibita. «Una cosa e che come dicono alcuni sondaggi al 70% dei catalani non piaccia la corrida, un altra e che si voglia proibire: potremmo fare cosi allora con il cinema porno o la boxe, che non piace magari al 65% della popolazione, ma che non per questo viene proibita».

Perez difende anche il fatto che in Catalogna non ci siano probabilmente più animalisti che in altre parti del mondo, ma che la questione dei tori si mescola con quella nazionalista. «È vero che in Catalogna c’è un sentimento che fa vedere questa festa come esclusivamente spagnola, perché fuori dalla Spagna e un simbolo di identità: ma il dibattito identitario non dovrebbe essere condotto in aula».

Il paladino della corrida ammette pero che «pensare che sia solo una discussione animalista è un errore». Perez intende pronunciare un discorso venerdì 18 sulla libertà e la “tradizione catalana del non proibire”: «Solo l’ignoranza permette di affermare che la corrida sia una festa esclusivamente spagnola».