Merkel avvisa l’Italia: “Solidarietà? Senza controlli non avrete chance”

Pubblicato il 16 Luglio 2012 - 08:30 OLTRE 6 MESI FA
Angela Merkel

BRUXELLES – “Non avranno chance tutti i tentativi di chiedere solidarietà senza alcuna contropartita”. La cancelliera tedesca Angela Merkel ribadisce il suo no alla solidarietà incondizionata ai paesi in crisi dell’Eurozona, tra cui l’Italia. Un’estate calda quella che si prospetta per il Paese, con lo spettro della speculazione che aleggia e lo scudo anti-spread che c’è, ma non si vede. Lo scudo europeo voluto dal premier Mario Monti e dallo spagnolo Mariano Rajoy al vertice Ue di giugno esiste, ma le risorse saranno limitate al centinaio di miliardi rimasti in dotazione allo Efsf.Almeno fino a quando Merkel e Monti troveranno un’intesa per la ratificazione del trattato per il fondo salvastati permanente Esm.

Il presidente dell’Eurogruppo, Jean Claude Juncker, parlando con lo Spiegel, ha affermato che ”nessuno” dei 17 leader di Eurolandia ”si aspetta che l’Italia possa aver bisogno di aiuti”, ha anche ricordato che ”se richiedesse un salvataggio dovrebbe sottoporsi alle regole di supervisione esistenti”.

Un’idea, quella di non ammorbidire i controlli congiunti sulle politiche dell’Eurozona, che la Merkel ha legato anche al salvataggio delle banche spagnole ”garantito dal governo”. Unica apertura all’ ottimismo, quando ha concesso che ”si è sulla buona strada” e ”si è fatto più negli ultimi mesi che negli anni precedenti” per risolvere la crisi.

Un altro passo nella lunga marcia sarà fatto venerdì prossimo quando i ministri delle finanze dell’ Eurogruppo, probabilmente in videoconferenza, daranno l’approvazione formale al ‘memorandum d’intesa’ con le condizioni per la ricapitalizzazione delle banche e la ristrutturazione – con un programma che si concluderà in 12 mesi – delle banche spagnole.

Il declassamento di Moody’s ha però fatto suonare i campanelli d’allarme per l’Italia e per le ”tensioni” che in agosto potrebbero far scattare la necessità di calmierare lo spread perché, come segnalato il 15 luglio da Leonardo Domenici, relatore del Parlamento Ue per la riforma del rating, ”hedge fund e banche azioniste delle agenzie hanno mire ribassiste”.

Nei palazzi delle istituzioni europee negano la nascita di una ”task force” anti-spread, ma si dà per scontato il contatto tra le cancellerie per reagire alle possibili emergenze estive. E’ in questo scenario che potrebbe essere usato lo scudo, che comunque non scatterebbe automaticamente (lo stato deve richiedere l’intervento e dimostrare di essere adempiente, dopo una valutazione della Bce e l’approvazione dell’Eurogruppo, scatterebbe il ”monitoraggio” Bce-Commissione) né gratuito.

Soprattutto rischia di avere risorse troppo limitate di fronte a un debito da quasi 2.000 miliardi come quello dell’Italia. Fino alla ratifica dello Esm da 500 miliardi, solo quanto resta dello Efsf (dei 440 miliardi iniziali, 130 sono stati impegnati per la Grecia, 85 per l’Irlanda, 80 per il Portogallo e fino a 100 per la Spagna).

L’avvio operativo del fondo salva-stati permanente è teoricamente slittato al primo agosto, ma è legato alle ratifiche parlamentari. Il premier Monti ha chiesto il via libera prima della pausa estiva dei lavori. Più complessa la situazione in casa Merkel, dove – prima che il trattato possa essere portato davanti al Bundestag – la Corte Costituzionale di Karlsruhe dovrà esprimersi su migliaia di ricorsi che ne mettono in dubbio la costituzionalita’.