Mladic, ultime speranze del leader contro l’estradizione

Pubblicato il 30 Maggio 2011 - 21:37 OLTRE 6 MESI FA

BELGRADO, 30 MAG – Il legale di Ratko Mladic ha atteso l’ultimo minuto utile per presentare nel pomeriggio il ricorso contro la sua estradizione al Tribunale penale dell’Aja (Tpi), ma la tattica dilatoria della difesa, basata sulle precarie condizioni fisiche di Mladic, si va esaurendo, e l’ex generale serbo-bosniaco potrebbe essere trasferito già domani al carcere di Scheveningen (vicino alla capitale olandese) per essere processato con le accuse di genocidio e crimini contro l’umanità.

Milos Saljic, il legale di Mladic, ha detto di aver spedito il ricorso per posta alle 17:15. ”Non si può estradare una persona che non è in grado di far fronte alla sua difesa in un processo e che non è nelle condizioni probabilmente di sopravvivere allo stesso trasferimento all’Aja” – ha scritto Saljic nella sua lettera, che sarà recapitata al Tribunale speciale di Belgrado con ogni probabilità già domani.

A decidere sull’accettazione o meno del ricorso sarà un consiglio di tre giudici, che hanno a disposizione tre giorni di tempo per prendere una decisione. Ma tutto lascia prevedere che i tempi saranno molto più rapidi, e che i giudici – che hanno già dato venerdì scorso parere favorevole all’estradizione – respingano in pochi minuti il ricorso, aprendo definitivamente la strada al trasferimento di Ratko Mladic all’Aja, dove per lui è già pronta una cella nel vicino carcere di Scheveningen.

A dire l’ultima parola sull’estradizione sarà il ministro della Giustizia serbo. In mattinata, prima di spedire la lettera di ricorso, l’avvocato difensore aveva ribadito che Mladic è in condizioni di salute molto preoccupanti e gravi, a tal punto da non essere sicuro di poter arrivare vivo in Olanda. Per questo aveva chiesto nuovamente un consulto di una equipe di medici indipendenti, della quale facciano parte fra gli altri un cardiologo, un neurologo, un neuropsichiatra, un gastroenterologo.

La tattica dilatoria della difesa è stata denunciata dal viceprocuratore serbo per i crimini di guerra Bruno Vekaric, per il quale i problemi di salute di cui soffre Mladic ”sono abituali per persone della sua età e condizione, che non si sono a lungo curate”.

Venerdì scorso, 27 maggio, i giudici del Tribunale speciale per i crimini di guerra di Belgrado, dove Mladic è detenuto dalla sua cattura giovedì a Lazarevo (nordest della Serbia), avevano stabilito, sulla base di un rapporto medico, che l’ex generale può essere trasferito al Tribunale dell’Aja, dove peraltro può essere curato senza problemi.

Oggi a trovarlo nella sua cella di detenzione del Tribunale, oltre alla moglie Bosiljka e al figlio Darko, insieme all’avvocato, sono andati per la prima volta anche i suoi due nipotini, figli di Darko.

A Belgrado intanto è tornata la calma dopo i violenti scontri di ieri sera al termine della manifestazione nella quale oltre 10 mila ultranazionalisti hanno inneggiato a Ratko Mladic, protestando per la sua cattura e la sua prossima consegna al Tribunale dell’Aja. Il bilancio dei disordini, che hanno trasformato una parte del centro della capitale in un campo di battaglia, e’ stato di 180 arresti e 43 feriti, 32 dei quali poliziotti.