Ursula von der Leyen presidente Commissione Ue per 9 voti. Determinanti M5s

di redazione Blitz
Pubblicato il 16 Luglio 2019 - 20:22| Aggiornato il 17 Luglio 2019 OLTRE 6 MESI FA
Ursula von der Leyen eletta presidente della Commissione Ue per 9 voti. Determinanti i 5 Stelle

Nella foto Ansa, Ursula von der Leyen eletta presidente della Commissione Ue

STRASBURGO – Ursula von der Leyen è la nuova presidente della Commissione europea. La ministra tedesca, designata dai Ventotto a succedere a Jean-Claude Juncker, è stata eletta dal Parlamento europeo per un soffio, con soli 383 voti a favore a fronte della maggioranza necessaria prevista di 374 voti. Quindi per soli 9 voti. I contrari sono stati 327. Ad annunciarlo è stato il presidente del Parlamento europeo David Sassoli.

Determinante è stato l’annunciato voto favorevole del Movimento 5 Stelle. La maggioranza a Strasburgo, composta da Ppe-S&D-Liberali, conta infatti 444 eurodeputati ma, escludendo i 14 sì dei pentastellati, l’ex ministro della Difesa tedesco avrebbe potuto contare solo su 369 voti delle forze pro-europeiste, cinque in meno della maggioranza richiesta di 374 sì. Tra franchi tiratori e schede bianche, quindi, a von der Leyen sono invece mancati, sulla carta, 75 voti dei partiti che sostengono la maggioranza.

Appassionata del sogno di un’Europa federale e fedelissima di Angela Merkel, che l’ha sempre voluta vicina nei suoi governi ma non le ha mai lasciato il posto. Ursula von der Leyen è una lady di ferro: dopo sei anni passati a comandare a bacchetta generali ed ammiragli, è la prima donna nella storia al vertice della Commissione europea. Sessantuno anni, di cui quattordici passati ininterrottamente da ministro della Cdu.

Medico, di sangue blu (discende da un barone di Brema diventato ricco commerciando con la Russia alla fine dell’Ottocento) e madre di sette figli nati in dodici anni dal matrimonio con un altro medico divenuto poi imprenditore. Decisamente europea, visto che è nata a Ixelles ed è cresciuta nella capitale dell’Europa, dove ha vissuto fino a 13 anni imparando, oltre al tedesco, il francese e l’inglese. Da studente a Londra è stata costretta ad usare un nome falso: era in una lista di obiettivi di un’organizzazione terroristica tedesca del tempo.

Politicamente, von der Leyen è figlia d’arte: il padre, Ernst, è stato a lungo presidente del Land della Bassa Sassonia. Nella Cdu Ursula entra nel 1990. Dopo qualche esperienza locale, nel 2005 fa il grande salto nella politica nazionale: Merkel la vuole ministro per la Famiglia dal 2005 al 2009 (fu la madre dell‘Elternzeit, il congedo parentale per i papà e la paladina della lotta alla pornografia online), per farla passare, dal 2009 al 2013, alla guida del dicastero del Lavoro e gli Affari sociali.

Infine approda, prima donna nella storia tedesca, al vertice del ministero della Difesa, dove non ha avuto vita facile per il difficile rapporto con gli stati maggiori e per una serie di scandali, tra cui una storia di consulenze milionarie al ministero, dai quali però è uscita sempre indenne. Qualche problemino lo ha avuto anche per essere stata accusata nel 2015, come era accaduto per un altro ministro della Difesa tedesco, di aver copiato parte della tesi di laurea. Alla fine, l’accusa risultò infondata.

In passato è stata candidata a segretario generale della Nato ma anche a presidente della Repubblica tedesca, al posto di Frank-Walter Steinmeier. Ma non era mai andata bene. Così come nella Cdu, dove alla fine la delfina designata da Merkel è stata Annegret Kramp-Karrembauer e non lei. Probabilmente perché, spiega un attento osservatore delle cose politiche a Berlino, “è più amica della Merkel che della base del partito”, dove non è simpatica a tanti. A lei guardavano come una stella in discesa, ma alla fine il vento è decisamente cambiato. (Fonte: Ansa)