Bari: Vendola a giudizio per diffamazione ai danni di Salvatore Greco

Pubblicato il 29 Novembre 2011 - 17:23 OLTRE 6 MESI FA

BARI – Il gip del Tribunale di Bari Vito Fanizzi ha disposto l’imputazione coatta a carico del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, per il reato di diffamazione a mezzo stampa e via internet in relazione a un’intervista rilasciata nell’estate 2009 al quotidiano spagnolo El Pais nella quale il leader di Sel avrebbe diffamato l’ex parlamentare e attuale coordinatore regionale del partito regionale ‘La Puglia prima di tutto’, Salvatore Greco.

Per la stessa intervista Vendola fu querelato anche dall’ex ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto. In questo caso la Procura di Trani ha chiesto il rinvio a giudizio di Vendola per diffamazione; il gup Oliviero Del Castillo ha fissato l’udienza per il prossimo 2 dicembre.

Nell’intervista Vendola commentava le inchieste giudiziarie della Procura di Bari a ridosso del primo processo all’imprenditore Tarantini in cui e’ imputato anche Greco.

Il pm titolare del fascicolo aperto a Bari sulla base della querela di Greco, Francesco Bretone, aveva chiesto l’archiviazione. Il legale di Greco, Cristian Di Giusto, ha presentato opposizione che e’ stata accolta dal gip il quale ha chiesto al pm di formulare la richiesta di rinvio a giudizio.

”Si tratta – commenta il legale di Vendola, Vincenzo Muscatiello – delle dichiarazioni riferite in un articolo di stampa di El Pais in cui il presidente Vendola stigmatizzava fortemente il sistema Tarantini a cui non sarebbe estraneo l’onorevole Greco. Su questa specifica questione, l’on.le Greco è coimputato con i fratelli Tarantini di reati gravi fra cui associazione per delinquere, truffa e corruzione di pubblici ufficiali. Attendiamo il seguito della vicenda dove dimostreremo la fondatezza e la legittimità della critica politica espressa dal presidente Vendola”.

Il pm Bretone aveva chiesto l’archiviazione motivando la decisione perchè ”è ormai giurisprudenza costante quella che riconosce alla polemica politica la possibilita’ di assumere toni piu’ pungenti ed incisivi di quelli comunemente adoperati nei rapporti tra privati”. Il gip Fanizzi, nel respingere questa valutazione, ha sottolineato che ”le frasi pronunciate da Vendola vanno ben al di la’ di una sia pur dura critica politica”.

”Tale intervista – scriveva Greco nella denuncia – veniva rilasciata nel pieno dello scandalo che ha visto coinvolto l’attuale senatore Alberto Tedesco, all’epoca dei fatti assessore regionale alla Sanità della giunta Vendola, al centro di alcune inchieste giudiziarie sugli appalti nel mondo della sanita’ pugliese. Sicche’, prendendo spunto dall’avviso di conclusione delle indagini preliminari del 6 luglio 2009 (inchiesta Tarantini), Vendola definiva intenzionalmente ‘il sistema Tarantini-Tato Greco’ come ‘un miscuglio di dolce vita, prostitute e cocaina’ al fine di gettare discredito sulla mia figura”.

”La Puglia, diceva Vendola – concludeva Greco – e’ stata vittima dell’ambizione dei giovani rampanti di destra. Fitto, il suo aiutante Tato Greco e Tarantini sono tutti figli di papa’ senza la minima cultura istituzionale, che hanno utilizzato una relazione distorta con le donne, con il potere e con la Chiesa per occupare il territorio. Hanno formato la cupola di una criminalita’ dei colletti bianchi che ha sostituito la mafia in assenza di un esercito armato che in Puglia non esiste”’.