Grillo: “Non mi candido. Da Napolitano per dire: questa volta hai sentito boom?”

Pubblicato il 13 Giugno 2012 - 09:05 OLTRE 6 MESI FA

Beppe Grillo (LaPresse)

ROMA – “Io nel palazzo non ci entro”, Beppe Grillo nell’intervista fiume a Marco Travaglio sul Fatto quotidiano lo ripete, fiero del suo Movimento a 5 stelle “orizzontale” che non è un partito. Non si candiderà e se arriveranno primi non vorrà fare il premier, tuona il leader che ha fatto il boom alle elezioni comunali con il suo non partito.

“Eh no eh, io mica mi candido”, dice. Alla precisazione di Travaglio che il premier può benissimo non essere un parlamentare risponde secco: “Allora ci vado solo per vedere la faccia che fa Napolitano quando gli dico: ‘Pre – sidente, stavolta l’ha sentito il boom?’”.

“L’ho detto e lo ripeto, io nel palazzo non ci entro: non mi lascio ingabbiare. Preferisco restare un battitore libero, un franco tiratore. Ma troveremo persone competenti e oneste per fare il premier e i ministri. Con i nostri candidati abbiamo già saltato due generazioni, vista l’età media che hanno i partiti. Ma per le politiche vorrei scendere ancora: l’ideale è sotto i 30 anni. Sopra, la gente ha già il Dna corrotto dall’organizzazione-partito. E poi ci inventiamo un meccanismo di democrazia partecipativa per far governare i cittadini”.

E ancora: “Fosse dipeso da me, ci saremmo fermati ai comuni e alle regioni, il movimento è nato dimensionato sulle realtà locali. Il Parlamento è fatto su misura dei partiti. Ma ora come fai a deludere le aspettative di tanta gente? Ci costringono a presentarci alle politiche”.

Sul programma dice: “Intanto ne abbiamo uno che non è niente male. Poi, ovvio, per le politiche dovremo cambiarlo, rimpolparlo, ampliarlo, dopo averlo discusso in rete. Cambieremo anche il blog, che ha i suoi anni: 2-300 mila contatti unici al giorno e, per accessi ai vari social network, mi dicono che siamo secondi solo a Obama. E siamo in Italia, con un quarto della popolazione americana e la connessione a singhiozzo”.

Poi Grillo parte con l’elogio del suo Movimento orizzontale che sfida i partiti, pronto a farli crollare: “Non voglio sentir parlare di strutture. Siamo un movimento orizzontale, se ti sviluppi in verticale diventi un partito. Poi lo so anch’io che ci sono i dissidi, le divisioni, un Meetup contro l’altro. I gruppi storici, i mitici, i preistorici… come i New Trolls”.

Sulla scelta dei candidati dice: “Abbiamo otto mesi per decidere. Su 200 mila iscritti al movimento esclusi ovviamente i sindaci, i consiglieri comunali e regionali che non potranno correre perché devono completare il loro mandato – troveremo i nomi giusti. Ma li sceglieremo in rete, e così le procedure per sceglierli. Certo non mi metto a selezionarli io”.

Ecco come funziona: “Il Meetup locale indica i candidati, mi manda i documenti di residenza e la fedina penale e, se è tutto in regola, se nessuno ha avuto più di un mandato elettivo con altri partiti, può usare il simbolo di Cinquestelle sulla lista. Ora è chiaro che, per le elezioni nazionali, dovremo cambiare. Ma il principio resta valido: niente condannati, niente riciclati, competenza e professionalità, scelta dal basso. Se qualche cialtrone si infiltra, la rete lo smaschera subito. Parliamo di buonsenso e onestà, mica di chissà quale rivoluzione”.

Ora però i politici han cominciato a parlar bene di te, fa notare Travaglio. Grillo replica: “E questo mi preoccupa molto. Ci copiano. Dicono tutti: fuori i condannati dal Parlamento, massimo due legislature, cambiare la legge elettorale: erano le tre leggi popolari del primo V-Day, quando ci davano dei fascisti qualunquisti anti-politici. Perché non le hanno discusse e approvate? Adesso è tardi”.

Bersani dice che vuol dialogare. “Sì, dopo aver detto che parlo come i mafiosi e che ho fatto l’accordo col Pdl a Parma. Crede ancora che gli elettori siano proprietà privata dei partiti”.

Su Vendola: “Beh, prima ha detto che io grugnisco: in che lingua dialoghiamo?”

Berlusconi ti sta studiando. Grillo risponde: “Povero nano, si sta guardando tutti i miei discorsi. Ma te la immagini la scena? ‘Via, basta, tutti fuori, niente più figa o Ghedini, via tutti gli avvocati e le bagasce, voglio vedere solo Grilloooo!’. Fa quasi pena. Prima, di me, non parlava mai. E io lo chiamavo psiconano e testa d’asfalto. Poi mi sono stufato. Ma, appena ho smesso di parlare di lui, lui ha cominciato a parlare di me. Pensa che il movimento vinca per le mie battute. Ora magari andrà in giro a urlare in genovese ‘Belìn è una cosa pazzescaaaa!’ (si autoimita, ndr). Vede solo la vetrina. È proprio bollito”.