Berlusconi: “Giudici vogliono un Craxi 2”. Il Csm: “Magistratura indipendente”

Pubblicato il 13 Marzo 2013 - 13:06| Aggiornato il 27 Settembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA –  Il richiamo di Giorgio Napolitano non raffredda lo scontro sulla giustizia. Silvio Berlusconi è tornato ad attaccare la magistratura con un’intervista a Panorama, parlando di “Craxi 2, uso della giustizia a fini di lotta politica e di giudici irresponsabili”. Ma a scaldare il clima è anche l’apertura del Pd ad un eventuale voto a favore dell’arresto di Berlusconi, in caso di richiesta da parte dei giudici.

“Ho un serio problema agli occhi – dice Berlusconi -Il mio stato potrà anche suscitare l’ironia di qualche pubblico ministero, gli farà magari chiedere, e magari ottenere, una ridicola visita fiscale. Ma a me non impedisce di vedere bene nel mio futuro: io so che a Milano non ho mai avuto giustizia. Anche per vedere riconosciuta la mia innocenza nei tre attuali processi è probabile che dovrò attendere sino alla Cassazione ma non posso desistere”.

Alla domanda se abbia paura di una condanna definitiva il leader Pdl risponde così: “Corre voce che nel palazzo di giustizia di Milano si parli espressamente e senza vergogna di una operazione Craxi 2. Non sono riusciti a eliminarmi con il mezzo della democrazia, le elezioni, e ora tornano a provarci attraverso questo uso della giustizia a fini di lotta politica”, aggiunge ribadendo che “sanno che sono io il vero ostacolo sulla strada della sinistra”.

La replica di Michele Vietti. Dopo il richiamo del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, sullo scontro tra Pdl e magistratura interviene il vicepresidente del Csm Michele Vietti.  Il Consiglio superiore della magistratura, spiega, “riafferma il proprio ruolo di garante della autonomia e dell’indipendenza della magistratura”. Vietti, che è stato ricevuto dal capo dello Stato al Quirinale, ricorda che Napolitano “ha rivolto un appello, che faccio mio, al rispetto effettivo del ruolo e della dignità tanto della magistratura quanto delle istituzioni politiche e delle forze che le rappresentano”. “Accogliendo per senso di responsabilità l’invito del suo presidente, evita qualsiasi commento sulle gravi vicende accadute”, aggiunge il vicepresidente del Csm.

Severino chiede uno sforzo. A smorzare i toni ci prova anche il ministro della Giustizia Paola Severino. “Credo che i poteri costituzionali, in particolare quello politico e quello giudiziario, come ha detto il capo dello Stato, non possano e non debbano trovarsi in posizione di ostilità tra loro”. “Solo attraverso il contributo di tutti – aggiunge il Guardasigilli – nel rispetto della divisione dei poteri, che non vuol dire contrapposizione, si potrà giungere a delle soluzioni certamente complesse ma per le quali occorre mettere tutto lo sforzo e tutta la buona volontà al fine di arrivare alla soluzione di profili istituzionali, che riguardano il potere politico, e poi alle soluzioni dei profili giudiziari”.