Berlusconi resuscita Bertolaso, dalla polvere alle stelle

Pubblicato il 29 Gennaio 2010 - 18:29 OLTRE 6 MESI FA

«Bertolaso merita di diventare ministro», parola del presidente del Consiglio. Ma quanti Berlusconi ci sono? Prima lo aveva bacchettato per le sue critiche alla gestione degli aiuti statunitensi ad Haiti, ora da Coppito per il passaggio di consegne da Bertolaso al governatore Gianni Chiodi come nuovo commissario per la ricostruzione, il premier ha più che corretto il tiro e ha resuscitato Bertolaso, dalla polvere alle stelle.

«Prendo l’impegno di affrontare subito il rilancio economico dell’Abruzzo. È l’impegno del presidente del Consiglio e del nuovo ministro, perché il minimo che possiamo fare per il sottosegretario Guido Bertolaso è promuoverlo da subito ministro», ha detto Berlusconi.

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio aveva avuto un infelice botta e risposta con il segretario di Stato americano Hillary Clinton: «Questi aiuti sembrano show televisivi», aveva detto Bertolaso. Subito dopo la reazione delusa della diretta interessata aveva complicato la questione ribattendo che al di là delle critiche, mancasse un coordinatore.

Proprio allora era dovuto intervenire il “pacificatore” Berlusconi che aveva strigliato il suo collaboratore: «In questi casi sarebbe opportuno evitare dichiarazioni che possano involontariamente innescare polemiche, partendo dall’assunto che tutti sono impegnati in buona fede ad aiutare la popolazione di Haiti».

Bertolaso ha assistito alla sua quasi investitura in diretta e ha poi commentato: «Ho sentito anche io, come tutti. Ma non ne so nulla».

Oltre la volontà di fare del sottosegretario un ministro, dall’Abruzzo il premier ha parlato di rilancio economico, ricostruzione e alloggi per tutti: «Abbiamo provato la grandissima emozione di far ritrovare il proprio guscio, il proprio focolare alle persone che avevano perso la casa e che dieci mesi dopo il terremoto in 40 mila l’hanno ritrovata. Abbiamo realizzato ciò che volevamo, ora dobbiamo pensare alle nuove fasi della ricostruzione e del rilancio economico».

«La ricostruzione -ha avvertito – sarà lunga e difficile. Cominceremo da subito ma si svilupperà negli anni a venire. Il rilancio economico invece voglio affrontarlo subito. Voglio a Roma il commissario Chiodi e il vice commissario Cialente. Voglio coinvolgere con un vasto progetto chi opera nel mondo del lavoro e dell’impresa perché si senta motivato, per trarre un bene da un male».

«Oltre 25.000 persone saranno alloggiate in case sicure entro fine marzo» ha detto, «dunque prima che sia passato un anno dal terremoto del 6 aprile» tutti gli sfollati dell’Aquila e dintorni avranno «un alloggio sicuro». Ha rivendicato i successi della Protezione civile, parlando di «una risposta forte e chiara a coloro che pensavano che non saremmo stati in grado di gestire una tragedia di questa portata», rifiutando l’aiuto della comunità internazionale perché «l’Italia ce la fa da sola».

Poi ha ammiccato alla platea: «Gli italiani sono brave persone che si vogliono bene, quando riusciamo a volerci bene facciamo cose straordinarie e non quello che leggiamo in troppi giornali, fabbriche di invidia sociale e di odio». Berlusconi ha poi ringraziato le 18 mila persone «venute da ogni zona d’Italia per aiutare connazionali colpiti dalla tragedia del terremoto. Qui a l’Aquila abbiamo visto l’Italia che ci piacerebbe vedere, l’Italia dei buoni sentimenti, della buona volontà e della gente che ama. L’Italia degli italiani che sentono il dono di essere italiani, di fare parte di questo paese meraviglioso».