Berlusconi, strategia del rinvio per evitare l’incandidabilità: ecco come

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Agosto 2013 - 08:44 OLTRE 6 MESI FA

Berlusconi, strategia del rinvio per evitare l'incandidabilità: ecco comeROMA – Evitare il giudizio sull’incandidabilità e la decadenza da senatore. Insomma l’obiettivo è quello di prendere tempo, guadagnare giorni e settimane pur di non arrivare al voto in Senato.  Berlusconi, asserragliato ad Arcore, si trova infatti in consiglio permanente con i suoi avvocati.

Ovviamente  la strategia del rinvio viene adottata anche dalle colombe del Pdl. Terrorizzate dalle possibili conseguenze politiche di un voto del Pd a favore della decadenza di Berlusconi da senatore. Non a caso il ministro Quagliariello, intervistato dall’Ansa, invitava a non precipitare le cose: “Credo ci siano molte cose da chiarire e approfondire e credo sia interesse di tutti farlo per bene. Non per sottrarsi alla deliberazione, ma perché essa non abbia esiti predeterminati e avvenga con ogni cognizione di causa”.

Ma come allungare i tempi? Ce lo spiega Francesco Bei su Repubblica:

In realtà che l’esito sia “predeterminato”, visti i rapporti di forza, lo sanno tutti. E tuttavia la questione potrebbe andare per le lunghe, molto per le lunghe. “Con un po’ di impegno anche fino a dicembre”, profetizza uno dei consiglieri del Capo. Il relatore pidielle Andrea Augello dovrà infatti formulare delle proposte alla giunta, riunita come una camera di consiglio di un tribunale. Ma se le sue tesi, com’è probabile, dovessero ricevere una bocciatura da parte della maggioranza Pd-Sel-M5S, si potrebbe aprire una trafila lunghissima. Ed è proprio su questa, che in gergo parlamentare viene definita “procedura di contestazione”, che contano i berlusconiani.

Dovrebbe essere nominato un nuovo relatore, con tempi non brevi per dargli modo di formulare una nuova proposta. Poi il Cavaliere avrebbe diritto a intervenire personalmente nella discussione, i suoi avvocati potrebbero richiedere “approfondimenti”, poi ci sarebbe il voto in aula. Insomma, un cinema che andrebbe avanti per settimane se non mesi. Un temporeggiamento che servirebbe a scavallare l’ultima finestra elettorale del 2013, quella di fine settembre/ottobre. Dopo di che il Parlamento sarebbe impegnato con la legge di Stabilità e la crisi di governo sarebbe impensabile. Perché Berlusconi si sta convincendo che la fretta di una parte del Pd di arrivare al voto a palazzo Madama sulla sua incandidabilità sia legato anche a un piano per far saltare il governo Letta e andare subito al voto.