Berlusconi: “Ho i numeri per governare”. Fli: “Si dimetta”

Pubblicato il 20 Novembre 2010 - 20:33 OLTRE 6 MESI FA

“Ho i numeri per governare”, dice il premier. “Si dimetta”, chiede Fli.  Lo scontro tra Silvio Berlusconi e i finiani appare ormai senza ritorno. Dalla Toscana per la prima convention di Fli nella regione Italo Bocchino insiste nelle richiesta di dimissioni del premier.

Quasi in contemporanea a Lisbona per il vertice Nato, il Cavaliere non solo ribadisce l’intenzione di andare avanti a governare ottenendo ”una buona fiducia” in Parlamento, ma va anche oltre: in caso di elezioni è la convinzione ”avremo un’ottima affermazione sia alla Camera che al Senato anche con un’alleanza di vero centrodestra” che a molti fa pensare ad un’intesa tra Pdl e Lega che escluderebbe Fini e Casini.

Nessun margine di trattativa sembra dunque possibile, tant’è che l’invito a ‘deporre le armi’ lanciato da Angelino Alfano alla gruppo di Fli cade nel vuoto. Se si rinunciasse a chiedere le dimissioni del Cavaliere, è la proposta fatta dal Guardasigilli, si potrebbe aprire un canale di dialogo sulla modifica della legge elettorale.

Un’ipotesi però che non convince gli uomini di Futuro e Libertà: ”Sono belle parole, ma solo parole”, replica secco Bocchino che poi rincara la dose puntando il dito contro ”la campagna acquisti” in atto dal Pdl che, a detta sempre del capogruppo di Fli ha tentato senza riuscirci di dividere il gruppo di Futuro e Libertà:”Credo che ci abbiano trovato due o tre volte negli ultimi tre mesi e’ sono sempre usciti sconfitti”.

Convinto che l’esecutivo sia ormai al capolinea è anche Benedetto della Vedova: ”Questa legislatura è politicamente morta – osserva l’esponente di Fli – ora sta a Berlusconi scegliere la via da seguire”. si parla invece di ”Berlusconismo morto” nell’editoriali di Ffwebmegazine, periodico on-line della fondazione presieduta da Gianfranco Fini. A pensare che con Futuro e Libertà la convivenza sia ormai agli sgoccioli sono in molti nel Pdl che indicano nel capogruppo di Fli il ‘deus ex machina’ della decisione di Mara Carfagna di dimettersi.

Il ricorso al voto anticipato è una strada possibile anche per Altero Matteoli nel caso in cui, dopo il 14 dicembre, si costituisca ”una maggioranza solo per far sopravvivere il governo”. Mordono il freno, invece, Pd e Udc che rilanciano il governo di responsabilita’ che traghetti il paese verso la soluzione delle emergenze. A far da ‘spalla’ al ‘partito’ del non-voto si è schierata oggi anche la presidente degli industriali, Emma Marcegaglia, che vede le elezioni solo come ‘extrema ratio’ : ”Non è compito di Confindustria dire come fare – spiega – ma e’ sicuramente nostro dovere dire cosa vogliamo: vogliamo un governo che abbia la capacita’ di governare e fare scelte. Se sara’ in grado di farlo, bene, se no bisognera’ pensare a qualcosa di diverso”