Bersani: “Berlusconi parla delle donne come se fossero bambole gonfiabili”

Pubblicato il 11 Febbraio 2013 - 12:47| Aggiornato il 17 Giugno 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Berlusconi parla delle donne come se fossero bambole gonfiabili”: Pier Luigi Bersani non fa passare sotto silenzio l’uscita dell’ex premier “Vieni? E quante volte?” ad una commessa durante un comizio. Il leader del centrosinistra mette insieme quell’uscita volgare di Berlusconi con la proposta di una moneta lombarda di Roberto Maroni e la croce celtica di Francesco Storace. 

“Tra Berlusconi che considera le donne come bambole gonfiabili, Maroni che propone la moneta lombarda e Storace che usa la croce celtica, io dico: ma dove andiamo? Bisogna stare attenti”, avverte il leader del Pd a Radio 105. E poi lancia frecciate anche a Mario Monti: ”Monti lo vedo un po’ suscettibile: non può pretendere di dare bacchettate e di ricevere carezze. Noi siamo gli unici che abbiamo fatto una foto di gruppo. Con me ci sono Vendola, Nencini, Tabacci, Portas. Io non ho visto una foto di Berlusconi con Maroni e Storace, né un’altra di Monti con Fini e Casini. Noi siamo i progressisti e io in Europa sto in quel campo. Monti vuole stare in Europa con Berlusconi nel Ppi? Io sto da un’altra parte. Detto questo, ho detto più volte di augurarmi il 51% alle elezioni che però userò come se avessi il 49%. Serve il dialogo per affrontare i problemi del Paese (…). La moralità la metto al primo punto. Servono una legge sui partiti, norme più nette contro la corruzione, una legge sul conflitto di interessi. C’è una lenzuolata di cose da fare. A iniziare da mettere del carburante per far ripartire l’economia”.

Ancora una volta Bersani rivendica di non raccontare “favole”: “Non è che non prometto, prometto cose possibili e i giornali dicono che non faccio titolo. Se dico che restituisco le spese dei viaggi di nozze faccio titolo, ma deve chiederle a un altro queste cose. Prometto delle cose che sono sfidanti, non delle boutade da cabaret: in una sola giornata ho contato che da Monti a Berlusconi c’erano 30 miliardi in meno di tasse, giornata fantastica!”.

In uno slancio nazionalpopolare il segretario del Pd critica Berlusconi per l’attacco al Festival di Sanremo e la previsione che metà degli italiani non pagheranno il canone Rai: “Mi auguro che riusciamo a non mettere nei guai il Festival di Sanremo, lasciamolo fare quello, spostiamo qualsiasi cosa ma non il Festival”, ha detto, bollando come infondata la minaccia sul canone Rai: “Sul canone Berlusconi ha campato, ha campato su Rai-Mediaset, su questo dualismo e questo equilibrio”, ha assicurato Bersani, “non lo toglie il canone, hai visto mai che cambi qualcosa?”. Piuttosto, ha aggiunto, “riserviamoci noi di dare un’occhiata a questo sistema che ci sta impoverendo industrialmente, ci sta rubando un pezzo di libertà e ci rende ridicoli ai nostri stessi occhi quando discutiamo di spostare il festival. Quando dico Antitrust intendo un universo di cose dentro il quale c’è anche il sistema della comunicazione”.

Bersani prende invece le difese di Angelino Alfano: “Non è stato un pupazzo. Ha avuto una fase in cui ha disturbato il manovratore. Poi però si è arreso. Berlusconi ha pensato che Alfano fosse a comando, ma alla fine non lo era, e Berlusconi ha dovuto cercare altrove. Ma alla fine un pupazzo non l’hanno trovato”.