Biotestamento: Pdl apre a Udc, tensioni cattolici ex diessini nel Pd

Pubblicato il 17 Dicembre 2010 - 21:18| Aggiornato il 18 Dicembre 2010 OLTRE 6 MESI FA

“‘La tutela della vita è il discrimine per definire le alleanze”. E’ forse questa la frase, pronunciata dal ministro del Welfare Sacconi, che meglio fotografa la situazione politica nata attorno al dibattito sul biotestamento. Ridestato dopo mesi di ‘sonno’ parlamentare, il tema riaccende infatti vecchie polemiche e mai sopite spinte all’interventismo che attraversano indistintamente tutti i partiti.

Ma questa volta contrapposizioni e possibili alleanze ‘variabili’ fanno gioco quasi esclusivamente al governo. Le aperture che dall’esecutivo vengono offerte all’Udc sulla ripresa dell’esame del testo, lasciano infatti presagire un possibile dialogo tra centristi e maggioranza anche su altri temi specifici. Ma, soprattutto, riaccendono i vecchi attriti tra le varie anime dell’opposizione targata Pd – con ex popolari da una parte ed ex diessini dall’altra – che già in passato, a difesa delle proprie convinzioni, hanno trasformato la ‘libertà di coscienza’ in un vero e proprio campo di battaglia. Giungendo più di una volta al limite della spaccatura.

Tornando a parlare del tema, torna dunque alto il rischio di uno scontro. E le prime avvisaglie non hanno tardato a farsi sentire. Nemmeno tra le fila del neonato Terzo Polo la cui bussola sui temi eticamente sensibili ripropone ‘l’ago impazzito’ che si registra nel Pd. Se l’Udc, infatti, incassa la possibile ripartenza parlamentare del testo, per l’area finiana parla, al momento, il passato che l’ha vista compatta a bloccare il testamento biologico.

In attesa di vedere se sarà ora possibile per Fli votare come l’Udc, o come porre un distinguo senza rompere l’alleanza, i futuristi preferiscono non intervenire nel merito limitandosi, almeno per oggi, ad esprimere – con tre deputati cattolici – la propria ferma condanna per ”l’atteggiamo tenuto oggi da alcuni esponenti del partito radicale che hanno utilizzato la spazio che Rai Tre dedica alle associazioni per promuovere uno spot pro eutanasia”.

Se la politica mostra già un discreto grado di agitazione, sul fronte strettamente parlamentare, invece, appare tutto fermo. Il provvedimento, approvato dal Senato il 26 marzo 2009, è da metà luglio dell’anno scorso all’esame della Camera ma le commissioni Giustizia ed Affari sociali di Montecitorio non ne parlano dallo scorso 12 maggio. Da quando cioe’ sono stati presentati e votati gli emendamenti al testo.

Nei giorni scorsi, intanto, è  arrivata alla commissione Bilancio (che deve esprimere il parere sulle coperture finanziarie della legge) la relazione tecnica sul testo. Una relazione nella quale si evidenzia che alcune delle norme che esso contiene sono onerose: un aspetto che potrebbe dunque rallentare l’iter della proposta di legge sul testamento biologico, visto che le ristrettezze di bilancio non permettono al governo di varare leggi che prevedano nuovi e significativi oneri di spesa.

Un freno, questo, che però il sostegno dell’Udc potrebbe rendere meno tirato: in attesa del parere della Bilancio e del mandato al relatore necessari per l’esame d’Aula, la maggioranza, grazie alla convergenza centrista, vedrebbe di fatto scongiurato il rischio di imboscate dal fronte Fli-Pd-Idv. Tanto più che sul testamento biologico, potrebbero concentrarsi anche i consensi degli ex Fli guidati da Silvano Moffa oltre, ovviamente, dei cattolici democratici che nei giorni scorsi – con i senatori Ceccanti, Giaretta e Bosone – hanno contestato la pubblicazione, nel primo quaderno del centro studi del Pd, di una monografia di Stefano Rodotà  favorevole ad una impostazione laicista del testamento biologico.