Bologna, Cinzia Cracchi battagliera: “Rivoglio il mio lavoro”

Pubblicato il 26 Gennaio 2010 - 23:35| Aggiornato il 27 Gennaio 2010 OLTRE 6 MESI FA

Cinzia Cracchi  è diventata famosa per la sua storia d’amore con Flavio Delbono. Il sindaco di Bologna le pagava regali e viaggi con i soldi dell’amministrazione. Ma ora, proprio in seguito a questa storia, il primo cittadino bolognese si è dimesso.

La donne ha alle spalle ha una storia d’amore di sette anni, un lavoro come segretaria politica e le dimissioni del suo ex compagno. Cinzia Cracchi ha fatto di Flavio Delbono il sindaco più breve della storia di Bologna, dimissionario dopo sette mesi e indagato per truffa aggravata, peculato e abuso d’ufficio. Questo il passato di Cinzia.

Nel suo futuro invece c’è la voglia di fare “scacco matto”, cioè riprendersi il lavoro che proprio Delbono le avrebbe tolto quando era vice presidente della Regione Emilia-Romagna trasferendola da lì (dove lui l’aveva voluta nel suo staff) al centralino del Cup, il Centro di prenotazioni unificate di Bologna, non appena l’amore è sfiorito nel 2008.

«Sì, ci proverò», ha detto con decisione, stufa di essere «manovrata» da un superiore che è stato a lungo anche il suo uomo. Il giorno dopo l’addio di Delbono alla città, la Cracchi (indagata a sua volta per peculato e abuso d’ufficio) guarda avanti e lo fa da donna in carriera ferita, amareggiata per le dimissioni ma con molta voglia di rivalsa.

«Le cose che sono successe fino ad ora io le ho subite perchè non ho deciso nulla – ha chiarito – se non di riprendermi il mio lavoro». È l’unico spiraglio che le fa sgranare gli occhi. «Ci sto pensando, i margini pare ci siano …», si è sbilanciata.

Perchè tanto accanimento? «È un lavoro che non è il mio – ha sintetizzato – Io ho fatto per 20 anni la segretaria politica e ora lavoro in un centro di prenotazioni. È un lavoro assolutamente dignitoso ma non è il mio, non è quello che mi sono conquistata».

Carriera che per anni ha intrecciato con i sentimenti, nonostante i condizionamenti, secondo lei, subiti. «Per me fare previsioni è azzardato in questo momento perchè la mia vita è stata manovrata. Una storia quando è finita è finita», si è sfogata.

E rivolgendosi a Delbono: «Tu non manovri comunque il mio lavoro, non firmi le mie ferie, i miei permessi, le mie cose. Se è finita è finita e io torno libera in tutti i sensi».

Al contrario, ora si sente in gabbia, quasi in castigo. Per mesi l’ha ripetuto anche a Rosa Martino, rappresentante sindacale dei lavoratori del Cup per conto di Fenasalc Cisal. «Per lei il trasferimento al Cup è stato una punizione», ha raccontato uscendo dal lavoro.

Per la Martino, che negli ultimi mesi ha raccolto le confidenze della Cracchi, Cinzia è «una donna distrutta» ma combattiva. «Mi ha detto che è dura – ha riferito – ma che ce la metterà tutta per ricostruirsi una vita, per pensare a se stessa, a sua figlia e che dovrà ricominciare da zero».

Solo uno scambio di sms negli ultimi giorni con Silvana Mura, parlamentare dell’Idv e coordinatrice regionale del partito, e amica della Cracchi. «Non abbiamo mai toccato l’argomento Delbono – ha premesso la Mura – Ma io non credo che la sua sia stata una vendetta. Voleva solo difendere il suo lavoro ma si è trovata in qualcosa di più grande».

Improvvisamente popolare, lady Cracchi è diventata anche un’icona su Facebook. Da ieri un avvocato bolognese ha aperto il “Cinzia Cracchi fan club” e 24 ore dopo gli iscritti erano schizzati a 142. «Nulla di più pericoloso per un nuovo sindaco di una ex con il dente avvelenato…», si legge nella descrizione del profilo. Sulla bacheca i commenti sono tra i più vari. Compreso un “Cinzia sindaco subito”.